mercoledì 2 marzo 2011

Regole, norme, divieti, ordini ... dove sono finito?

Ciao a tutti,
scusate il silenzio, ma ho vissuto giorni a dir poco allucinanti.
Arrivare in una nuova scuola (sono finito alla Scuola Allievi Agenti della Polizia di Stato di Campobasso) e cercare di entrare a pieno regime nel suo mondo ... è una fatica che anche Ercole avrebbe avuto le sue belle difficoltà a superare. Il mio studio della geografia non deve essere stato così brillante, dato che quasi non sapevo nemmeno dove stessimo andando: unico parametro di riferimento era: andiamo giù! ... quanto giù e soprattutto dove era un mistero.

Il titolo del mio post di oggi dice tutto: dove sono finito? Pensavo che tutto questo mondo di regole, norme, divieti, ordini, orari ... e chi più ne ha più ne metta!, fosse solo del mondo della scuola (anche se in effetti questa E' una scuola a tutti gli effetti) e che, una volta uscito ed entrato definitivamente nel mondo "civile", nessuno mi avrebbe più fatto sentire un essere "obbligato", con una vita sempre soggetta alle imposizioni degli altri.
E invece eccomi qui: non eravamo ancora scesi dal pullman che qualcuno ci aveva già dato degli ordini, fatto mille raccomandazioni, consegnato tabelle con orari per fare qualsiasi cosa ...
E' stato un po' spiazzante. I primi giorni di questa vita "organizzata" da altri nel dettaglio di ogni cosa mi hanno messo un po' di "coccolone", di nostalgia di casa, di voglia di ritornare alle mie malsane abitudini di giovane sempre in protesta per tutto e con tutti ...
Mi sembrava di risentire i miei insegnanti del Pacioli che continuavano a richiamarti norme e divieti, che continuavano a lamentarsi che il rispetto delle regole non era un optional, ma faceva parte del nostro essere studenti. E più lo dicevano ... più ti veniva voglia di fare tutto il contrario (e ci scappava magari una bella nota con sospensione o lavori socialmente utili!).

Con il passare dei giorni ho potuto cominciare a dare un senso a queste cose. Se gran parte della nostra giornata non fosse organizzate nel dettaglio qui regnerebbe l'anarchia totale. Se ognuno potesse o volesse fare quello che più gli piace scoppierebbe il caos. E invece gli orari per ogni cosa, le regole, le norme ... stanno pian piano creando un ambiente "a misura della massa" (perchè qui siamo in tanti!).
Adesso mi risuonano chiare e profetiche le parole del mio insegnante di Diritto quando diceva che la norma non deve essere vista come un evento che impone a forza un comportamento o lo vieta. La norma, diceva lui e io non l'ho mai ascoltato più di tanto, dovrebbe servire a dare "armonia" ad un gruppo di persone. Più numeroso è questo gruppo e più è necessario che la norma abbia un peso determinante. Se sono da solo e non devo rendere conto a nessuno è chiaro che posso fare quello che voglio. Se siamo in due magari non servono norme scritte e basta un accordo tacito per una convivenza pacifica. Quando sei in tanti, invece, è impensabile pensare ad una società che riesca a vivere serena senza norme, divieti, obblighi, orari ...che mettano d'accordo tutti (volenti o nolenti).

Già me lo vedo il mio prof che si gongola godendosi il successo della sua profezia: "quello che si insegna a scuola, prima o poi, serve anche per la vita".

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