Ciao a tutti
Sabato 21 maggio, nella splendida cornice del teatro San Domenico a Crema, si sono concluse le celebrazioni per il 159° anniversario della Polizia di Stato.
Eravamo lì con alcuni studenti che hanno collaborato attivamente a questo blog e siamo stati premiati per il miglior blog realizzato dalle scuole della provincia di Cremona.
L'Agente Lisa, che ci ha accompagnato veramente con tanto affetto in questi mesi, ci ha dedicato una pagina del suo blog ... definendo il nostro un MAGNIFICO BLOG.
Cliccate sul link qui sotto:
Agente Lisa - Polizia di Stato
E' un bellissimo riconoscimento!
Grazie amica Agente Lisa!
domenica 22 maggio 2011
giovedì 19 maggio 2011
Pino Maddaloni ... una presa d'acciaio e un cuore immenso!
Voglio dedicare un post a lui, il grande Pino Maddaloni.
E' stato uno dei protagonisti della festa al San Domenico di Crema e un grande testimonial del messaggio che si voleva trasmettere in questo incontro: regole vincenti nello sport e nella vita.
Pino ha un'arma formidabile, e non sono le sue braccia e le sue prese che ti buttano al tappeto: è il suo grande cuore.
Appena il tuo sguardo si posa su di lui ... sei già imprigionato in una dimensione che risulta difficile descrivere a parole. Hai davanti un ragazzo semplice, dai modi affabili, molto composto. Mai ti fa sentire "inferiore" perchè lui è un oro olimpico! Quando inizia a parlare la sua voce calma e avvolgente ti rapisce in una dimensione che difficilmente si sperimenta nel quotidiano. Non parla con frasi fatte, di circostanza. Porta la sua vita davanti alle sue parole. Racconta se stesso, senza veli, senza ipocrisie. Racconta la sua infanzia, i suoi sogni, la sua famiglia, i valori della vita, i suoi successi, il suo presente fatto di bambini, giovani e persone non vedenti. Racconta tutto questo con la semplicità e la passione di chi crede veramente in quello che ha fatto e che ogni giorno vive. I suoi occhi brillano di emozione come quelli di un ragazzino che non riesce a contenere la gioia per un successo insperato. E non sta parlando del suo oro olimpico: parla dei ragazzi e dei non vedenti a cui insegna judo.
Penso che pochi, quel giorno al San Domenico, non abbiano ascoltato quello che ha raccontato Pino. Era impossibile restare insensibili.
... Vedere per credere (dal vivo l'emozione era ben diversa ... garantito!)
Grazie Pino ... continua così!
Watch live video from TV LIFE - KATODICA - SKY932 on Justin.tv
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E' stato uno dei protagonisti della festa al San Domenico di Crema e un grande testimonial del messaggio che si voleva trasmettere in questo incontro: regole vincenti nello sport e nella vita.
Pino ha un'arma formidabile, e non sono le sue braccia e le sue prese che ti buttano al tappeto: è il suo grande cuore.
Appena il tuo sguardo si posa su di lui ... sei già imprigionato in una dimensione che risulta difficile descrivere a parole. Hai davanti un ragazzo semplice, dai modi affabili, molto composto. Mai ti fa sentire "inferiore" perchè lui è un oro olimpico! Quando inizia a parlare la sua voce calma e avvolgente ti rapisce in una dimensione che difficilmente si sperimenta nel quotidiano. Non parla con frasi fatte, di circostanza. Porta la sua vita davanti alle sue parole. Racconta se stesso, senza veli, senza ipocrisie. Racconta la sua infanzia, i suoi sogni, la sua famiglia, i valori della vita, i suoi successi, il suo presente fatto di bambini, giovani e persone non vedenti. Racconta tutto questo con la semplicità e la passione di chi crede veramente in quello che ha fatto e che ogni giorno vive. I suoi occhi brillano di emozione come quelli di un ragazzino che non riesce a contenere la gioia per un successo insperato. E non sta parlando del suo oro olimpico: parla dei ragazzi e dei non vedenti a cui insegna judo.
Penso che pochi, quel giorno al San Domenico, non abbiano ascoltato quello che ha raccontato Pino. Era impossibile restare insensibili.
... Vedere per credere (dal vivo l'emozione era ben diversa ... garantito!)
Grazie Pino ... continua così!
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Regole vincenti nello sport e nella vita
Grande incontro e grande occasione per centinaia di giovani degli Istituti superiori di Crema. Per festeggiare il 159° anniversario il Commissariato di Crema ha organizzato uno splendido incontro con alcuni campioni dello sport.
Anche questa volta approfitto della preziosissima collaborazione del quotidiano online cremasco per raccontare l'avvenimento.
Responsabilizzazione, rispetto del lavoroGrazie al taglio scelto da Severgnini nella conduzione del convegno, gli ospiti hanno accettato di buon grado di raccontare esperienze personali ed aneddoti edificanti. Il commissario tecnico Cesare Prandelli ha sottolineato l'importanza della responsabilizzazione degli atleti e la necessità di tenere a freno i genitori troppo esuberanti, spesso la prima fonte di 'guai' per i giovani calciatori: "sono nato in una famiglia che mi ha insegnato il rispetto del lavoro - ha spiegato il tecnico di Orzinuovi - e nel calcio odierno, che sembra esaltare gli eccessi, chi si comporta bene, normalmente, sembra quasi una mosca bianca".
Sacrifici, talento e poesia
Gli studenti cremaschi hanno gustato con grande attenzione anche le parole del judoka Giuseppe Maddaloni, cresciuto a Napoli, nel quartiere Scampia: "lo sport è stata la mia scuola, è stato lo sport ad avermi insegnato cosa sono e che importanza hanno la disciplina, il rispetto delle regole, l'amore per la vita. Talvolta è necessario fare dei sacrifici, bisogna riuscire a gestire il proprio talento e non farsi sedurre dai facili guadagni". Un tocco di poesia, come del resto gli artisti come lui sanno fare, è arrivato dall'ex golden boy del calcio italiano e attuale presidente del settore giovanile scolastico della Figc, Gianni Rivera, ricordando l'epoca in cui "i procuratori non c'erano, le scuole calcio era gratuite e le motivazioni provenivano dalla passione e non dallo stipendio". Un'epoca quasi del tutto preclusa ai simulatori.
I giovani premiati
A chiudere in bellezza la mattinata, la premiazione di quegli studenti capaci di coniugare il merito scolastico all'attività sportiva: Bianchelem Amodio atletica leggera, Monica Bianchessi atleta del Basket Team Crema, Federico Bonetti calciatore della berretti del Pergocrema, Maura Coti menzione speciale, Carol Pironti judoka.
Il trial in piazza
All'uscita dal teatro San Domenico, gli studenti cremaschi hanno potuto assistere ad un evento eccezionale. Liberata piazza Trento e Trieste dall'assedio delle auto, due atleti della squadra motociclistica delle Fiamme Oro Fabio Lenzi e Daniele Maurino hanno dato spettacolo, esibendosi in una serie di acrobazie, tra le quali 'il salto dello studente' e la scalata a due mezzi pronti per la rottamazione, un'utilitaria ed un furgone. Tra impennate e balzi vari, letteralmente sfilata una ruota, anche la dimostrazione estrema di tecnica e controllo.
Anche questa volta approfitto della preziosissima collaborazione del quotidiano online cremasco per raccontare l'avvenimento.
159° Anniversario della fondazione della Polizia.
Al San Domenico ospiti illustri e centinaia di studenti alla ricerca delle
'regole vincenti nello sport e nella vita'
Al San Domenico ospiti illustri e centinaia di studenti alla ricerca delle
'regole vincenti nello sport e nella vita'
(di Andrea Galvani)
(direttore@cremaonline.it)
(direttore@cremaonline.it)
Crema - Nell'ambito del 159° Anniversario della fondazione della Polizia, il teatro San Domenico ha ospitato un convegno moderato dallo scrittore e giornalista Beppe Servergnini e dedicato alle Regole vincenti nello sport e nella vita. In platea gli studenti e le studentesse degli istituti scolastici della città, sul palco personaggi di altissimo livello come Gianni Rivera, il commissario tecnico della nazionale di calcio Cesare Prandelli e l'olimpionico delle Fiamme Oro Polizia di Stato Giuseppe Maddaloni, oro a Sidney nello judo, oltre a Juarez Isabelt, atleta delle fiamme d'oro che abita a Rivolta d'Adda e può fregiarsi del titolo di vice campione italiano sui 400 metri piani.
Le autorità
Ad introdurre il tema della giornata il questore Antonio Bufano: "nella vita e nello sport esistono delle regole. Avvicinarsi ai giovani e collaborare ci consente di vivere meglio e con maggiore sicurezza". Dello stesso avviso il prefetto di Cremona, Tancredi Bruno di Clarafond: "per avere successo nella vita, così come nello sport, sono necessari costanza, impegno, tanto allenamento, nessun abuso di alcool o droghe". Il presidente dell'amministrazione provinciale Massimiliano Salini ha voluto sfatare l'idea che vivere secondo le regole possa essere noioso. Parole d'affetto e stima per le forze dell'ordine - "ovvero coloro che devono far rispettare le regole" - sono arrivate da Mario Macalli, presidente della Lega Pro. Nel parterre, oltre ai vertici dei Carabinieri e della Guardia di Finanza provinciale, anche il padrone di casa, il sindaco di Crema Bruno Bruttomesso, entusiasta della possibilità offerta a Crema di ospitare un evento di tale importanza.
Le autorità
Ad introdurre il tema della giornata il questore Antonio Bufano: "nella vita e nello sport esistono delle regole. Avvicinarsi ai giovani e collaborare ci consente di vivere meglio e con maggiore sicurezza". Dello stesso avviso il prefetto di Cremona, Tancredi Bruno di Clarafond: "per avere successo nella vita, così come nello sport, sono necessari costanza, impegno, tanto allenamento, nessun abuso di alcool o droghe". Il presidente dell'amministrazione provinciale Massimiliano Salini ha voluto sfatare l'idea che vivere secondo le regole possa essere noioso. Parole d'affetto e stima per le forze dell'ordine - "ovvero coloro che devono far rispettare le regole" - sono arrivate da Mario Macalli, presidente della Lega Pro. Nel parterre, oltre ai vertici dei Carabinieri e della Guardia di Finanza provinciale, anche il padrone di casa, il sindaco di Crema Bruno Bruttomesso, entusiasta della possibilità offerta a Crema di ospitare un evento di tale importanza.
Responsabilizzazione, rispetto del lavoroGrazie al taglio scelto da Severgnini nella conduzione del convegno, gli ospiti hanno accettato di buon grado di raccontare esperienze personali ed aneddoti edificanti. Il commissario tecnico Cesare Prandelli ha sottolineato l'importanza della responsabilizzazione degli atleti e la necessità di tenere a freno i genitori troppo esuberanti, spesso la prima fonte di 'guai' per i giovani calciatori: "sono nato in una famiglia che mi ha insegnato il rispetto del lavoro - ha spiegato il tecnico di Orzinuovi - e nel calcio odierno, che sembra esaltare gli eccessi, chi si comporta bene, normalmente, sembra quasi una mosca bianca".
Sacrifici, talento e poesia
Gli studenti cremaschi hanno gustato con grande attenzione anche le parole del judoka Giuseppe Maddaloni, cresciuto a Napoli, nel quartiere Scampia: "lo sport è stata la mia scuola, è stato lo sport ad avermi insegnato cosa sono e che importanza hanno la disciplina, il rispetto delle regole, l'amore per la vita. Talvolta è necessario fare dei sacrifici, bisogna riuscire a gestire il proprio talento e non farsi sedurre dai facili guadagni". Un tocco di poesia, come del resto gli artisti come lui sanno fare, è arrivato dall'ex golden boy del calcio italiano e attuale presidente del settore giovanile scolastico della Figc, Gianni Rivera, ricordando l'epoca in cui "i procuratori non c'erano, le scuole calcio era gratuite e le motivazioni provenivano dalla passione e non dallo stipendio". Un'epoca quasi del tutto preclusa ai simulatori.
I giovani premiati
A chiudere in bellezza la mattinata, la premiazione di quegli studenti capaci di coniugare il merito scolastico all'attività sportiva: Bianchelem Amodio atletica leggera, Monica Bianchessi atleta del Basket Team Crema, Federico Bonetti calciatore della berretti del Pergocrema, Maura Coti menzione speciale, Carol Pironti judoka.
Il trial in piazza
All'uscita dal teatro San Domenico, gli studenti cremaschi hanno potuto assistere ad un evento eccezionale. Liberata piazza Trento e Trieste dall'assedio delle auto, due atleti della squadra motociclistica delle Fiamme Oro Fabio Lenzi e Daniele Maurino hanno dato spettacolo, esibendosi in una serie di acrobazie, tra le quali 'il salto dello studente' e la scalata a due mezzi pronti per la rottamazione, un'utilitaria ed un furgone. Tra impennate e balzi vari, letteralmente sfilata una ruota, anche la dimostrazione estrema di tecnica e controllo.
Fiero di essere un poliziotto qualunque
Ho letto sul Corriere della Sera di oggi, giovedì 19 maggio, questa bellissima lettera di un poliziotto.
La voglio riproporre sul blog perchè mi sembra che sia la testimonianza "in carne ed ossa" (e non solo teorica come il nostro lavoro!) di quello che abbiamo pubblicato sul blog.
Caro direttore, conceda che per il 159° anniversario della Polizia, sia un poliziotto normale, uno come tanti, ad occupare qualche riga del suo giornale. Uno che potrebbe essere di quelli che vanno a prendere i latitanti importanti o gli spacciatori sulla strada. Oppure uno di quelli di cui si sente la mancanza quando qualcuno ci sorpassa a destra in autostrada o che si maledice se ci fa il verbale per il cellulare al volante.
Oppure uno di quelli, quasi invisibili, davanti ad un posto fisso o dietro una scrivania a compilare passaporti o permessi di soggiorno.
Oggi non è la nostra festa. E un anniversario. C`è differenza.
E questo si capisce quando nei premi c`è sempre una medaglia alla memoria. Come puoi invitare ad una festa la madre o la figlia di uno che non c`è più? Ecco. Vorrei poter dire come l`attore di un film... «le parole sono importanti!».
Sa da cosa ho capito che il nostro mestiere è difficile in un Paese come il nostro? Mica stando per strada. Ma su un treno. C`erano dei ragazzi inglesi che leggevano l`avviso, tradotto anche nella loro lingua, «è severamente vietato gettare oggetti dal finestrino».
«Strictly forbidden!» e giù risate. Pensavo ci fosse un errore ortografico o una cosa simile. Invece no. Mi hanno chiesto: «Ma perché vietate severamente? Che bisogno ne avete? Una cosa o è vietata o no. Avete per caso cose un poco vietate?».
E lì che ho capito. Ho avuto quella scritta sotto gli occhi in tanti viaggi sin da bambino. E non ci avevo mai fatto caso.
Ed ho pensato che forse è anche per questo che fare per lavoro il «tutore della legge» non è facile in un po- sto che usa tanti rafforzativi per dire quello che non si può fare.
Ma badi bene. Io non mi lamento del mio lavoro. Né voglio sembrare quello che fa una cosa più importante o rischiosa degli altri. Sa, ne ho visti di infortuni sul lavoro. Ho visto ragazzi con la testa rotta per una trave fissata male ed un casco che non c`era. E nel colore del sangue e nel dolore dei familiari non ho visto differenze con quello che accade quando muore uno di noi.
Ecco. A proposito di morte e di parole. Vorrei che nessuno dicesse più di noi poliziotti:
«Gente che rischia la vita per pochi euro», C`è chi svolge una attività lavorativa al solo scopo di trarne profitto. Ma sul vocabolario la parola che trovate a questa definizione non è poliziotto ma mercenario.
Se permette c`è differenza.
Volendo essere un poco retorici, mi lasci dire che anche se tutto sembra misurarsi in termini economici ci sono cose che ancora si possono fare non per denaro ma semplicemente perché si crede che essere d`aiuto a qualcuno valga anche qualche rischio.
A proposito sempre di parole.
Sa quali vorrei venissero ascoltate di più nei discorsi ufficiali? Quelle dove si rivolgono alle donne e agli uomini della Polizia di Stato. Sono parole importanti sa? Perché dovrebbero ricordare a tutti che chi veste una uniforme non è uno diverso dagli altri. Ha i suoi pregi e i suoi limiti.
Così come sono contento di leggere il motto per il nostro «anniversario». C`è più sicurezza insieme. Ecco. Insieme mi piace davvero tanto. Che poi mica e una grande scoperta, no? Quando è che abbiamo più paura? Quando camminiamo soli per strada. Quando non c`è nessuno di conosciuto nelle vicinanze. Io penso che noi indossiamo questa uniforme per dirvi che noi siamo quelli che potete riconoscere.
Ma vorrei anche dirvi che ci farebbe davvero piacere se anche voi voleste stare insieme a noi. Sono convinto che il nostro lavoro sarebbe più facile. E che commetteremmo meno errori (perché sì, a volte sbagliamo anche noi).
Gentile Direttore, spero davvero voglia dare spazio ad uno che non ha il grado per parlare in televisione o indicare scelte strategiche in tema di sicurezza. Ma semplicemente ad uno di quelli che adesso metterà in fondina una pistola che spera di non dover mai usare, e la foto di sua figlia nel portafoglio sperando che possa essere sempre fiera del suo papà. Insomma, un uomo normale.
Un poliziotto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
La voglio riproporre sul blog perchè mi sembra che sia la testimonianza "in carne ed ossa" (e non solo teorica come il nostro lavoro!) di quello che abbiamo pubblicato sul blog.
Caro direttore, conceda che per il 159° anniversario della Polizia, sia un poliziotto normale, uno come tanti, ad occupare qualche riga del suo giornale. Uno che potrebbe essere di quelli che vanno a prendere i latitanti importanti o gli spacciatori sulla strada. Oppure uno di quelli di cui si sente la mancanza quando qualcuno ci sorpassa a destra in autostrada o che si maledice se ci fa il verbale per il cellulare al volante.
Oppure uno di quelli, quasi invisibili, davanti ad un posto fisso o dietro una scrivania a compilare passaporti o permessi di soggiorno.
Oggi non è la nostra festa. E un anniversario. C`è differenza.
E questo si capisce quando nei premi c`è sempre una medaglia alla memoria. Come puoi invitare ad una festa la madre o la figlia di uno che non c`è più? Ecco. Vorrei poter dire come l`attore di un film... «le parole sono importanti!».
Sa da cosa ho capito che il nostro mestiere è difficile in un Paese come il nostro? Mica stando per strada. Ma su un treno. C`erano dei ragazzi inglesi che leggevano l`avviso, tradotto anche nella loro lingua, «è severamente vietato gettare oggetti dal finestrino».
«Strictly forbidden!» e giù risate. Pensavo ci fosse un errore ortografico o una cosa simile. Invece no. Mi hanno chiesto: «Ma perché vietate severamente? Che bisogno ne avete? Una cosa o è vietata o no. Avete per caso cose un poco vietate?».
E lì che ho capito. Ho avuto quella scritta sotto gli occhi in tanti viaggi sin da bambino. E non ci avevo mai fatto caso.
Ed ho pensato che forse è anche per questo che fare per lavoro il «tutore della legge» non è facile in un po- sto che usa tanti rafforzativi per dire quello che non si può fare.
Ma badi bene. Io non mi lamento del mio lavoro. Né voglio sembrare quello che fa una cosa più importante o rischiosa degli altri. Sa, ne ho visti di infortuni sul lavoro. Ho visto ragazzi con la testa rotta per una trave fissata male ed un casco che non c`era. E nel colore del sangue e nel dolore dei familiari non ho visto differenze con quello che accade quando muore uno di noi.
Ecco. A proposito di morte e di parole. Vorrei che nessuno dicesse più di noi poliziotti:
«Gente che rischia la vita per pochi euro», C`è chi svolge una attività lavorativa al solo scopo di trarne profitto. Ma sul vocabolario la parola che trovate a questa definizione non è poliziotto ma mercenario.
Se permette c`è differenza.
Volendo essere un poco retorici, mi lasci dire che anche se tutto sembra misurarsi in termini economici ci sono cose che ancora si possono fare non per denaro ma semplicemente perché si crede che essere d`aiuto a qualcuno valga anche qualche rischio.
A proposito sempre di parole.
Sa quali vorrei venissero ascoltate di più nei discorsi ufficiali? Quelle dove si rivolgono alle donne e agli uomini della Polizia di Stato. Sono parole importanti sa? Perché dovrebbero ricordare a tutti che chi veste una uniforme non è uno diverso dagli altri. Ha i suoi pregi e i suoi limiti.
Così come sono contento di leggere il motto per il nostro «anniversario». C`è più sicurezza insieme. Ecco. Insieme mi piace davvero tanto. Che poi mica e una grande scoperta, no? Quando è che abbiamo più paura? Quando camminiamo soli per strada. Quando non c`è nessuno di conosciuto nelle vicinanze. Io penso che noi indossiamo questa uniforme per dirvi che noi siamo quelli che potete riconoscere.
Ma vorrei anche dirvi che ci farebbe davvero piacere se anche voi voleste stare insieme a noi. Sono convinto che il nostro lavoro sarebbe più facile. E che commetteremmo meno errori (perché sì, a volte sbagliamo anche noi).
Gentile Direttore, spero davvero voglia dare spazio ad uno che non ha il grado per parlare in televisione o indicare scelte strategiche in tema di sicurezza. Ma semplicemente ad uno di quelli che adesso metterà in fondina una pistola che spera di non dover mai usare, e la foto di sua figlia nel portafoglio sperando che possa essere sempre fiera del suo papà. Insomma, un uomo normale.
Un poliziotto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Pattuglia notturna
Ciao a tutti
ho avuto notizia di una splendida iniziativa: una pattuglia in notturna con ben 4 volanti del Commissariato di Crema.
Da quello che ho letto sui primi commenti mi sembra che sia stata un'esperienza meravigliosa e ne sono veramente felice.
Lascio subito la parola al bel commento delle nostre 4 donnine, affezionate scrittrici di questo blog. Non è solo il resoconto della pattuglia notturna. E' anche una rilettura di questi due mesi di confronto ... e mi fa piacere sapere che tutto questo lavoro è servito a qualche cosa!
Grazie a tutti ragazze e ragazzi!
Siamo quattro ragazze della IIA periti dell'istituto tecnico Luca Pacioli, abbiamo partecipato al progetto "il poliziotto un amico in più", il quale consisteva nella creazione di un blog riguardante, appunto, la polizia.. In questo abbiamo potuto esprimere le nostre perplessità, i nosrti dubbi , le nostre critiche e gli apprezzamenti sulle forze dell' ordine. Quando c'è stato proposto questo progetto eravamo un po' titubanti, avevamo dei pregiudizi nei confronti della polizia ed inizialmente non volevamo cambiarli, nonostante tutto abbiamo deciso di provare, allargare un po' i propri orizzonti non fa mai male! Ma il nostro progetto non si è limitato solamente all' astratto, abbiamo potuto vedere, renderci conto di cosa vuol dire essere poliziotti, ci hanno spalancato le porte della questura di Crema per un' intera mattinata, ci hanno illustrato i loro mezzi di trasporto, abbiamo potuto parlare con i poliziotti dell' antidroga, che ci hanno mostrato alcuni strumenti da loro utilizzati, addirittura ci hanno mostrato le "celle" nelle quali tengono ( per un massimo di 13 ore) le persone colte in flagranza di reato. Abbiamo potuto anche assistere ad una nottata con la polizia (22.00-1.00), siamo rimaste nei posti di blocco, abbiamo potuto filmare e scattare fotografie, fare domande e renderci veramente conto di ciò che in concreto uno "sbirro" fa, eravamo fermi al freddo e loro fermavano le macchine, senza sapere chi ci fosse all' interno, senza sapere se il soggetto possedeva delle armi, oppure no, senza sapere che reazioni questo avrebbe avuto. Sicuramente un' esperienza unica nel suo genere, resa possibile dall' aiuto degli insegnanti Bassani, Bossi, Fiameni e Cominelli e della disponibilità del Corpo di Polizia di Crema, cogliamo quindi quest occasione per poterli ringraziare. Ci rendiamo conto , però, che la finalità non era quella di ottenere dei ringraziamenti, ma quella di abbattere determinati pregiudizi che molti addolescenti hanno, beh obbiettivo raggiunto! Per lo meno in gran parte, come è giusto che sia, infatti, alcuni dubbi ci sono rimasti, alcune cose che non condividiamo persistono ancora, ma d' ora in poi SICURAMENTE l' affermazione "sbirro di merda" non la useremo più, oltretutto ci siamo portate a casa un' esperienza in più, utile per crescere e per allontanarsi dai luoghi comuni che ormai tutti scambiano per la realtà!
ho avuto notizia di una splendida iniziativa: una pattuglia in notturna con ben 4 volanti del Commissariato di Crema.
Da quello che ho letto sui primi commenti mi sembra che sia stata un'esperienza meravigliosa e ne sono veramente felice.
Lascio subito la parola al bel commento delle nostre 4 donnine, affezionate scrittrici di questo blog. Non è solo il resoconto della pattuglia notturna. E' anche una rilettura di questi due mesi di confronto ... e mi fa piacere sapere che tutto questo lavoro è servito a qualche cosa!
Grazie a tutti ragazze e ragazzi!
Siamo quattro ragazze della IIA periti dell'istituto tecnico Luca Pacioli, abbiamo partecipato al progetto "il poliziotto un amico in più", il quale consisteva nella creazione di un blog riguardante, appunto, la polizia.. In questo abbiamo potuto esprimere le nostre perplessità, i nosrti dubbi , le nostre critiche e gli apprezzamenti sulle forze dell' ordine. Quando c'è stato proposto questo progetto eravamo un po' titubanti, avevamo dei pregiudizi nei confronti della polizia ed inizialmente non volevamo cambiarli, nonostante tutto abbiamo deciso di provare, allargare un po' i propri orizzonti non fa mai male! Ma il nostro progetto non si è limitato solamente all' astratto, abbiamo potuto vedere, renderci conto di cosa vuol dire essere poliziotti, ci hanno spalancato le porte della questura di Crema per un' intera mattinata, ci hanno illustrato i loro mezzi di trasporto, abbiamo potuto parlare con i poliziotti dell' antidroga, che ci hanno mostrato alcuni strumenti da loro utilizzati, addirittura ci hanno mostrato le "celle" nelle quali tengono ( per un massimo di 13 ore) le persone colte in flagranza di reato. Abbiamo potuto anche assistere ad una nottata con la polizia (22.00-1.00), siamo rimaste nei posti di blocco, abbiamo potuto filmare e scattare fotografie, fare domande e renderci veramente conto di ciò che in concreto uno "sbirro" fa, eravamo fermi al freddo e loro fermavano le macchine, senza sapere chi ci fosse all' interno, senza sapere se il soggetto possedeva delle armi, oppure no, senza sapere che reazioni questo avrebbe avuto. Sicuramente un' esperienza unica nel suo genere, resa possibile dall' aiuto degli insegnanti Bassani, Bossi, Fiameni e Cominelli e della disponibilità del Corpo di Polizia di Crema, cogliamo quindi quest occasione per poterli ringraziare. Ci rendiamo conto , però, che la finalità non era quella di ottenere dei ringraziamenti, ma quella di abbattere determinati pregiudizi che molti addolescenti hanno, beh obbiettivo raggiunto! Per lo meno in gran parte, come è giusto che sia, infatti, alcuni dubbi ci sono rimasti, alcune cose che non condividiamo persistono ancora, ma d' ora in poi SICURAMENTE l' affermazione "sbirro di merda" non la useremo più, oltretutto ci siamo portate a casa un' esperienza in più, utile per crescere e per allontanarsi dai luoghi comuni che ormai tutti scambiano per la realtà!
venerdì 6 maggio 2011
sabato 23 aprile 2011
... per non chiudere le porte al dialogo
Ciao a tutti
Il concorso è finito ufficialmente ieri ed è momento di bilanci.
Passo subito la parola all'Agente Lisa che ci ha accompagnati in questi mesi e poi al Vice Questore, il Dottor Segre.
Si sono chiuse le iscrizioni al concorso "Il poliziotto un amico in più".
I numerosi blog concorrenti saranno valutati da una commissione che avrà l'arduo compito di decretare il vincitore. Sarà una decisione sofferta. Ci siamo affezionati a tutti voi che ci avete scritto, facendoci conoscere il vostro mondo, le vostre idee, la vostra età.
Ma, al di là del concorso e del vincitore ci auguriamo che il vostro lavoro non si esaurisca. Potete continuare a tenere vivi i blog, alimentandoli delle esperienze che farete prima della fine dell'anno scolastico.
Se parteciperete a qualche iniziativa con la scuola fatecelo sapere, vi daremo il giusto spazio sui blog dell'Agente Lisa.
E poi continuate a seguirci...sono in arrivo delle proposte. Non posso anticiparvi molto, solo che potreste essere chiamati a fare gli inviati per l'Agente Lisa.
Grazie a tutti.
Sicuramente anche noi abbiamo qualche cosa di interessante da far conoscere all'Agente Lisa. La pattuglia notturna dei prossimi gioni, la festa di maggio con le premiazioni per lo sport, la grande festa della Polizia per il 159 anniversario ...
Ho ricevuto anche una mail dal Dottor Segre, il Vice Questore della Polizia di Crema.
In poche righe esprime molto bene il senso di questo periodo passato assieme:
Avete reso felici me e i miei colleghi, che si sono emozionati nel leggere il vostro resoconto, le vostre sensazioni, le vostre impressioni.Credo che fra i vostri "affezionati lettori" ci siano anche molti poliziotti, che a loro volta hanno imparato a conoscervi meglio e a capire il perchè della diffidenza di molti ragazzi.
Spero che con domani non si chiuda il blog, che mi auguro possa rimanere un filo comune che leghi a noi la carriera dell'allievo agente Luca Pacioli, che da domani diventerà agente in servizio effettivo.
Vi aspettiamo per le prossime iniziative, sia per l'uscita serale che per l'incontro con i campioni dello sport del 16 maggio e per la grande festa finale del 21 maggio!
Daniel Segre
Polizia di Stato (Crema)
... che dire: mi sembra che il bilancio possa essere più che soddisfacente per tutti.
Grazie mille a tutti voi ragazzi per le vostre parole, per i vostri dubbi, per la vostra "rabbia" e le vostre speranze!
Grazie mille ai docenti che hanno curato questo spazio e organizzato i vari appuntamenti. Anche il loro è stato un contributo prezioso.
Più di 2000 pagine visualizzate ... non è male in poco più di un mese.
Da oggi sono l'Agente Luca Pacioli ... speriamo di vivere questo ruolo nel modo migliore. Sicuramente i vostri consigli saranno molto preziosi e importanti per me!
Buon lavoro a tutti e ... a presto!
Il concorso è finito ufficialmente ieri ed è momento di bilanci.
Passo subito la parola all'Agente Lisa che ci ha accompagnati in questi mesi e poi al Vice Questore, il Dottor Segre.
Si sono chiuse le iscrizioni al concorso "Il poliziotto un amico in più".
I numerosi blog concorrenti saranno valutati da una commissione che avrà l'arduo compito di decretare il vincitore. Sarà una decisione sofferta. Ci siamo affezionati a tutti voi che ci avete scritto, facendoci conoscere il vostro mondo, le vostre idee, la vostra età.
Ma, al di là del concorso e del vincitore ci auguriamo che il vostro lavoro non si esaurisca. Potete continuare a tenere vivi i blog, alimentandoli delle esperienze che farete prima della fine dell'anno scolastico.
Se parteciperete a qualche iniziativa con la scuola fatecelo sapere, vi daremo il giusto spazio sui blog dell'Agente Lisa.
E poi continuate a seguirci...sono in arrivo delle proposte. Non posso anticiparvi molto, solo che potreste essere chiamati a fare gli inviati per l'Agente Lisa.
Grazie a tutti.
Sicuramente anche noi abbiamo qualche cosa di interessante da far conoscere all'Agente Lisa. La pattuglia notturna dei prossimi gioni, la festa di maggio con le premiazioni per lo sport, la grande festa della Polizia per il 159 anniversario ...
Ho ricevuto anche una mail dal Dottor Segre, il Vice Questore della Polizia di Crema.
In poche righe esprime molto bene il senso di questo periodo passato assieme:
Avete reso felici me e i miei colleghi, che si sono emozionati nel leggere il vostro resoconto, le vostre sensazioni, le vostre impressioni.Credo che fra i vostri "affezionati lettori" ci siano anche molti poliziotti, che a loro volta hanno imparato a conoscervi meglio e a capire il perchè della diffidenza di molti ragazzi.
Spero che con domani non si chiuda il blog, che mi auguro possa rimanere un filo comune che leghi a noi la carriera dell'allievo agente Luca Pacioli, che da domani diventerà agente in servizio effettivo.
Vi aspettiamo per le prossime iniziative, sia per l'uscita serale che per l'incontro con i campioni dello sport del 16 maggio e per la grande festa finale del 21 maggio!
Daniel Segre
Polizia di Stato (Crema)
... che dire: mi sembra che il bilancio possa essere più che soddisfacente per tutti.
Grazie mille a tutti voi ragazzi per le vostre parole, per i vostri dubbi, per la vostra "rabbia" e le vostre speranze!
Grazie mille ai docenti che hanno curato questo spazio e organizzato i vari appuntamenti. Anche il loro è stato un contributo prezioso.
Più di 2000 pagine visualizzate ... non è male in poco più di un mese.
Da oggi sono l'Agente Luca Pacioli ... speriamo di vivere questo ruolo nel modo migliore. Sicuramente i vostri consigli saranno molto preziosi e importanti per me!
Buon lavoro a tutti e ... a presto!
mercoledì 20 aprile 2011
Pronti per lo sprint finale!
Ciao a tutti
ho saputo che state organizzando per maggio due pattuglie "speciali" in notturna! Ragazzi, insegnanti e polizia impegnati assieme, dal vivo! ... il tutto sempre per capire, chi è l'amico sbirro.
Mi riservo un post di riflessione per raccogliere tutto quello che abbiamo imparato in questi mesi, una volta che avrò ricevuto i commenti alla pattuglia nottura.
Volevo ora riportare alcuni vostri interventi che mi sono arrivati in questi giorni che racchiudono già in parte i "frutti" di questi momenti di riflessione che il blog ha aperto.
L'obiettivo non era quello di "santificare la polizia", di dipingere eroi dal cuore impavido, incorruttibili servitori dello Stato ... era solo quello di metterne uno al centro della piazza (e mi sembra che abbiano fatto tutti gli sforzi possibili per mettersi a nudo) e girargli intorno a 360°.
Mi piace moltissimo l'idea di prendere i problemi, le situazioni, le cose che ci danno più fastidio e metterle in piazza, sotto gli occhi di tutti, senza nulla intorno. In questo modo, con clama, posso girargli attorno, vedere la cosa da tutti i punti di vista, guardarla dal basso verso l'alto e viceversa. Posso avere una visione limpida, senza disturbi. Finito il mio giro, con uno sguardo ora diverso, posso esprimere il mio parere: uguale, migliore o peggiore ... ma almeno obiettivo!
L'intervento di Amanda (brava per esserti messa un po' in gioco, come tanti altre tue compagne e compagni), per me, è il frutto di un giro a 360°!
Ciao Luca
Volevo parlarti di una fantastica esperienza che faremo io e tre mie compagne di classe. Una notte, (quasi sicuramente il 6 maggio) dalle ore 22.00 alle 02.00 faremo una pattuglia notturna con la polizia di Crema! Potremo guardare da vicino il loro lavoro e i loro interventi, filmare e fare domande alle persone che fermeranno! Sono veramente entusiasta di questa iniziativa, e non vedo l’ora che arrivi quella notte, che sicuramente sarà molto interessante.
Quando ho aderito a questo progetto non sapevo che avrei fatto tutte queste esperienze. Inizialmente si trattava di postare commenti sul blog, e il tutto si fermava lì.
Poi però la polizia di Crema si è aperta a noi studenti, prima il commissario è venuto a parlarci a scuola, poi ci hanno accolto nella loro caserma mostrandoci i loro strumenti e spiegandoci cosa fanno ogni giorno entusiasti e orgogliosi del loro lavoro, poi prossimamente una mattina andremo alla festa della polizia, e poi ci sarà la notturna. Insomma, sono molto stupita di quanto si sono voluti mettere in gioco i poliziotti!
Inizialmente quando ho aderito a questo progetto vedevo le forze dell’ordine come un ostacolo, incontrarli per strada mi dava fastidio, quando pensavo ai poliziotti le uniche parole che mi venivano in mente erano: abuso di potere, parzialità, fortuna, perché non sempre sono giusti, a volte lasciano passare e altre volte esagerano con le sanzioni, e se hai fortuna non ti succede niente, se invece ti fermano nel momento sbagliato sono guai.
Ma sotto certi aspetti mi sono ricreduta, ora penso che, certo, in ogni ambiente ci sono le brutte eccezioni, e questo è inevitabile, ma che in generale le forze dell’ordine sono indispensabili per il funzionamento del nostro paese, loro non vogliono incutere timore ai cittadini, ma aiutarli, essere apprezzati per ciò che fanno.
Una cosa che non sopporto è di certo la divisa, da molto potere, autostima, indossarla ti rende superiore agli altri, e spero che un giorno sia abolita, perché credo che essa allontani solo la gente dalla polizia.
L’obiettivo di questo progetto è vedere il poliziotto come “un amico”, beh, non credo che sarà mai possibile, almeno da parte mia, nel senso che ora gli porto rispetto, ma potendomi permettere io di giudicare solo la sua figura professionale, non lo vedrò mai come una figura amichevole, ma come un’autorità che, certo, lavora per proteggermi dai pericoli, ma rimane sempre un’autorità, come per esempio i miei insegnanti.
Tutto sommato partecipare a tutto questo è stato educativo e illuminante, mi ha aperto un mondo che credevo di conoscere (ma che non conoscevo affatto) e penso che tutti quelli che hanno pregiudizi nei confronti delle forze dell’ordine dovrebbero farne parte, invece che rimanere nella loro situazione al di fuori del mondo della polizia ad emettere sentenze.
Quindi consiglio a tutti di mettersi in gioco e avere il coraggio di cambiare il proprio pensiero, perché solo conoscendo si può giudicare in modo esatto!
Ringrazio veramente la polizia di Crema per avermi fatto cambiare idea, complimenti, da come la vedo io avete raggiunto nei miei confronti il massimo degli obiettivi che potevate raggiungere!
Amanda
ho saputo che state organizzando per maggio due pattuglie "speciali" in notturna! Ragazzi, insegnanti e polizia impegnati assieme, dal vivo! ... il tutto sempre per capire, chi è l'amico sbirro.
Mi riservo un post di riflessione per raccogliere tutto quello che abbiamo imparato in questi mesi, una volta che avrò ricevuto i commenti alla pattuglia nottura.
Volevo ora riportare alcuni vostri interventi che mi sono arrivati in questi giorni che racchiudono già in parte i "frutti" di questi momenti di riflessione che il blog ha aperto.
L'obiettivo non era quello di "santificare la polizia", di dipingere eroi dal cuore impavido, incorruttibili servitori dello Stato ... era solo quello di metterne uno al centro della piazza (e mi sembra che abbiano fatto tutti gli sforzi possibili per mettersi a nudo) e girargli intorno a 360°.
Mi piace moltissimo l'idea di prendere i problemi, le situazioni, le cose che ci danno più fastidio e metterle in piazza, sotto gli occhi di tutti, senza nulla intorno. In questo modo, con clama, posso girargli attorno, vedere la cosa da tutti i punti di vista, guardarla dal basso verso l'alto e viceversa. Posso avere una visione limpida, senza disturbi. Finito il mio giro, con uno sguardo ora diverso, posso esprimere il mio parere: uguale, migliore o peggiore ... ma almeno obiettivo!
L'intervento di Amanda (brava per esserti messa un po' in gioco, come tanti altre tue compagne e compagni), per me, è il frutto di un giro a 360°!
Ciao Luca
Volevo parlarti di una fantastica esperienza che faremo io e tre mie compagne di classe. Una notte, (quasi sicuramente il 6 maggio) dalle ore 22.00 alle 02.00 faremo una pattuglia notturna con la polizia di Crema! Potremo guardare da vicino il loro lavoro e i loro interventi, filmare e fare domande alle persone che fermeranno! Sono veramente entusiasta di questa iniziativa, e non vedo l’ora che arrivi quella notte, che sicuramente sarà molto interessante.
Quando ho aderito a questo progetto non sapevo che avrei fatto tutte queste esperienze. Inizialmente si trattava di postare commenti sul blog, e il tutto si fermava lì.
Poi però la polizia di Crema si è aperta a noi studenti, prima il commissario è venuto a parlarci a scuola, poi ci hanno accolto nella loro caserma mostrandoci i loro strumenti e spiegandoci cosa fanno ogni giorno entusiasti e orgogliosi del loro lavoro, poi prossimamente una mattina andremo alla festa della polizia, e poi ci sarà la notturna. Insomma, sono molto stupita di quanto si sono voluti mettere in gioco i poliziotti!
Inizialmente quando ho aderito a questo progetto vedevo le forze dell’ordine come un ostacolo, incontrarli per strada mi dava fastidio, quando pensavo ai poliziotti le uniche parole che mi venivano in mente erano: abuso di potere, parzialità, fortuna, perché non sempre sono giusti, a volte lasciano passare e altre volte esagerano con le sanzioni, e se hai fortuna non ti succede niente, se invece ti fermano nel momento sbagliato sono guai.
Ma sotto certi aspetti mi sono ricreduta, ora penso che, certo, in ogni ambiente ci sono le brutte eccezioni, e questo è inevitabile, ma che in generale le forze dell’ordine sono indispensabili per il funzionamento del nostro paese, loro non vogliono incutere timore ai cittadini, ma aiutarli, essere apprezzati per ciò che fanno.
Una cosa che non sopporto è di certo la divisa, da molto potere, autostima, indossarla ti rende superiore agli altri, e spero che un giorno sia abolita, perché credo che essa allontani solo la gente dalla polizia.
L’obiettivo di questo progetto è vedere il poliziotto come “un amico”, beh, non credo che sarà mai possibile, almeno da parte mia, nel senso che ora gli porto rispetto, ma potendomi permettere io di giudicare solo la sua figura professionale, non lo vedrò mai come una figura amichevole, ma come un’autorità che, certo, lavora per proteggermi dai pericoli, ma rimane sempre un’autorità, come per esempio i miei insegnanti.
Tutto sommato partecipare a tutto questo è stato educativo e illuminante, mi ha aperto un mondo che credevo di conoscere (ma che non conoscevo affatto) e penso che tutti quelli che hanno pregiudizi nei confronti delle forze dell’ordine dovrebbero farne parte, invece che rimanere nella loro situazione al di fuori del mondo della polizia ad emettere sentenze.
Quindi consiglio a tutti di mettersi in gioco e avere il coraggio di cambiare il proprio pensiero, perché solo conoscendo si può giudicare in modo esatto!
Ringrazio veramente la polizia di Crema per avermi fatto cambiare idea, complimenti, da come la vedo io avete raggiunto nei miei confronti il massimo degli obiettivi che potevate raggiungere!
Amanda
... in un mondo di intolleranti e allergici!
Caro allievo Luca Pacioli,
sono Giovanna, insegnante della 2b Geo.
Ti chiedo ospitalità per poter pubblicare il seguente testo su un tema apparentemente lontano dal nostro dibattito: la tolleranza. Ecco le motivazioni: Gli alunni della 2b geo “non si sopportano”: litigano, si prendono in giro, alcuni sono arrivati alle mani.
Il clima in classe è quindi un po’ difficile e il lavoro degli insegnanti non sempre è rasserenante.
Soprattutto non si riescono a costruire rapporti corretti e proficui e i ragazzi non riescono “a crescere”; mi sembrano sempre fermi ad un comportamento infantile e capriccioso. Ho iniziato quindi a farli riflettere sulla parola “tolleranza” - “sociale” – perché gli alunni conoscono solo in termine medico. Tra tanti testi generici e di poca voglia spicca quello di Antonio che, fa colto l’aspetto critico della parola, con uno stile immediato ed emotivo a scapito della correttezza formale . . . ma non ho voluto fare la solita insegnante con la biro rossa . . . ho lasciato che le parole di Antonio arrivino forti e chiare.
Ciao sono Antonio,
Con le persone che non conosco cerco di fare amicizia o le evito: la scelta dipende dal mio istinto. Il cibo a cui io sono intollerante, può essere paragonato a una persona che non conosco, perché tutte e due le scelgo dall’aspetto, ma non sono uguali perché se so che quel determinato alimento mi farà male, non so se anche quella persona si rivelerà cattiva. Certo che se non ti sbilanci non potrai mai saperlo, infatti molte volte si etichettano i cibi e le persone in modo sbagliato. Questo non dovrebbe succedere mai, ma alla fine è quello che capita sempre. È molto diverso, però, l’atteggiamento che ha una persona con il cibo, rispetto alla altre persone. Il cibo è etichettato, ci sono tutti gli ingredienti, lo conosci al 100% e quindi sta a te decidere se lo puoi mangiare o no. Con le persone è diverso, già vedere quelli che arriveranno con i gommoni, già capisci che sono persone cattive, e perché non si può pensare ad altro? Sarebbe troppo difficile darsi una spiegazione, invece è semplice vedere una persona nera, povera, diversa da te ed etichettarla in modo brutto; logico; è diverso da me!!! Ma poi perché si può dire questo? Non esiste l’uomo perfetto e quindi neanche gli uomini imperfetti. Io evito i cibi che mi fanno male, evito anche le persone che non conosco, anche se è ingiusto.
Ciao Giovanna, Antonio e ciao a tutti gli amici "tolleranti e intolleranti" (... non solo della 2b Geo!)
... sono Luca.
Ho imparato tanto da questi mesi insieme! Veramente tanto! E sapete quale è stata la "molla" che ha fatto scattare tutti i meccanismi del mio apprendimento? LA DIVERSITA'.
La diversità di vita, di idee, di lavoro, di concetto di bene e di male, il poter giudicare le persone, l'aver conosciuto persone diversissime in tutto. Mio padre dice sempre che il mondo è bello perchè è vario! Lo dice in dialetto riuscendo a trasmettere una profondità sicuramente diversa dall'italiano.
Le persone non sono come il cibo: non le puoi evitare perchè il mio IO si esprime nell'ALTRO. E' l'altro che ci rende veri. L'altro è il nostro metro di riferimento. L'altro ci fa capire quando sbagliamo e quando ci comportiamo bene. L'altro ci interroga e a volte ci mette in crisi. Non è solo complementarietà biologica (maschio e femmina). Io vedo l'altro come "possibilità".
Quando vedo un barcone, onestamente, io penso: "per quanto ancora una parte di mondo permetterà che esiste la povertà? Per quanto avremo ancora una parte di mondo da tenere affamata?"
Certo, i problemi del mondo non si risolvono con le frasi ad effetto ... ma se ogni cuore cominciasse a pensare all'altro come degno di attenzione e di rispetto ... tante cose cambierebbero!
A me non spaventa la differenza, anzi affascina moltissimo. Prova a pensare quante cose belle si scoprono negli altri, se li lasciamo parlare ed essere loro stessi! Prova a pensare alla ricchezza di miliardi di modi diversi di vedere il mondo. Se è NERO ... è solo perchè è nato in una zona del mondo dove il corpo ha aumentato la melanina per evitare che la pelle bruciasse con l'elevato calore del sole e non perchè è un oggetto inferiore. Se è un arabo e ha una cultura che non capiamo ... è perchè è nato in quel contesto sociale (penso che loro vedano tante delle nostre abitudini come "strane"!). Tutte le differenze somatiche hanno solo una spiegazione scientifica e non sono frutto di "colpe da purgare" o di inferiorità.
Guardiamo il video di Laura Pausini. Cerchiamo l'altro negli occhioni dei bimbi che scorrono sotto le parole fantastiche di quella canzone: non possiamo non lasciarci interrogare da questi occhi. Sono bimbi di tutte le nazioni, bimbi che le guerre dei grandi (ma siamo poi davvero così "grandi"?) hanno violato, bimbi a cui è stata rubata l'infanzia, il loro diritto di giocare, di crescere spensierati ... sono i bimbi che vediamo sui barconi della disperazione, sono i bimbi che troppe volte noi del primo mondo violentiamo nei nostri viaggi del turismo sessuale ... SONO GLI "ALTRI" che a volte non ci piacciono! MA SONO SEMPRE I NOSTRI "ALTRI". E nel fondo di quegli occhioni ci sono mille domande e mille speranze!
Nessuno è perfetto! E' vero. Penso però che sia proprio questa convinzione che deve farci riflettere molto. E' nella nostra imperfezione, nell'imperfezione collettiva, che possiamo trovare la chiave per una "perfezione a più mani" ... frutto della differenza che è un po' come i tasselli di un puzzle: se li combini per bene ... alla fine il quadro è sempre meraviglioso!
Attento Antonio: leggi bene le mie parole! Ho sempre usato la prima persona plurare: TUTTI NOI ... non solo TU o VOI!
Proviamoci tutti! Ne può uscire, ne sono convinto, un mondo più bello e sereno!
sono Giovanna, insegnante della 2b Geo.
Ti chiedo ospitalità per poter pubblicare il seguente testo su un tema apparentemente lontano dal nostro dibattito: la tolleranza. Ecco le motivazioni: Gli alunni della 2b geo “non si sopportano”: litigano, si prendono in giro, alcuni sono arrivati alle mani.
Il clima in classe è quindi un po’ difficile e il lavoro degli insegnanti non sempre è rasserenante.
Soprattutto non si riescono a costruire rapporti corretti e proficui e i ragazzi non riescono “a crescere”; mi sembrano sempre fermi ad un comportamento infantile e capriccioso. Ho iniziato quindi a farli riflettere sulla parola “tolleranza” - “sociale” – perché gli alunni conoscono solo in termine medico. Tra tanti testi generici e di poca voglia spicca quello di Antonio che, fa colto l’aspetto critico della parola, con uno stile immediato ed emotivo a scapito della correttezza formale . . . ma non ho voluto fare la solita insegnante con la biro rossa . . . ho lasciato che le parole di Antonio arrivino forti e chiare.
Ciao sono Antonio,
Ciao Giovanna, Antonio e ciao a tutti gli amici "tolleranti e intolleranti" (... non solo della 2b Geo!)
... sono Luca.
Ho imparato tanto da questi mesi insieme! Veramente tanto! E sapete quale è stata la "molla" che ha fatto scattare tutti i meccanismi del mio apprendimento? LA DIVERSITA'.
La diversità di vita, di idee, di lavoro, di concetto di bene e di male, il poter giudicare le persone, l'aver conosciuto persone diversissime in tutto. Mio padre dice sempre che il mondo è bello perchè è vario! Lo dice in dialetto riuscendo a trasmettere una profondità sicuramente diversa dall'italiano.
Le persone non sono come il cibo: non le puoi evitare perchè il mio IO si esprime nell'ALTRO. E' l'altro che ci rende veri. L'altro è il nostro metro di riferimento. L'altro ci fa capire quando sbagliamo e quando ci comportiamo bene. L'altro ci interroga e a volte ci mette in crisi. Non è solo complementarietà biologica (maschio e femmina). Io vedo l'altro come "possibilità".
Quando vedo un barcone, onestamente, io penso: "per quanto ancora una parte di mondo permetterà che esiste la povertà? Per quanto avremo ancora una parte di mondo da tenere affamata?"
Certo, i problemi del mondo non si risolvono con le frasi ad effetto ... ma se ogni cuore cominciasse a pensare all'altro come degno di attenzione e di rispetto ... tante cose cambierebbero!
A me non spaventa la differenza, anzi affascina moltissimo. Prova a pensare quante cose belle si scoprono negli altri, se li lasciamo parlare ed essere loro stessi! Prova a pensare alla ricchezza di miliardi di modi diversi di vedere il mondo. Se è NERO ... è solo perchè è nato in una zona del mondo dove il corpo ha aumentato la melanina per evitare che la pelle bruciasse con l'elevato calore del sole e non perchè è un oggetto inferiore. Se è un arabo e ha una cultura che non capiamo ... è perchè è nato in quel contesto sociale (penso che loro vedano tante delle nostre abitudini come "strane"!). Tutte le differenze somatiche hanno solo una spiegazione scientifica e non sono frutto di "colpe da purgare" o di inferiorità.
Guardiamo il video di Laura Pausini. Cerchiamo l'altro negli occhioni dei bimbi che scorrono sotto le parole fantastiche di quella canzone: non possiamo non lasciarci interrogare da questi occhi. Sono bimbi di tutte le nazioni, bimbi che le guerre dei grandi (ma siamo poi davvero così "grandi"?) hanno violato, bimbi a cui è stata rubata l'infanzia, il loro diritto di giocare, di crescere spensierati ... sono i bimbi che vediamo sui barconi della disperazione, sono i bimbi che troppe volte noi del primo mondo violentiamo nei nostri viaggi del turismo sessuale ... SONO GLI "ALTRI" che a volte non ci piacciono! MA SONO SEMPRE I NOSTRI "ALTRI". E nel fondo di quegli occhioni ci sono mille domande e mille speranze!
Nessuno è perfetto! E' vero. Penso però che sia proprio questa convinzione che deve farci riflettere molto. E' nella nostra imperfezione, nell'imperfezione collettiva, che possiamo trovare la chiave per una "perfezione a più mani" ... frutto della differenza che è un po' come i tasselli di un puzzle: se li combini per bene ... alla fine il quadro è sempre meraviglioso!
Attento Antonio: leggi bene le mie parole! Ho sempre usato la prima persona plurare: TUTTI NOI ... non solo TU o VOI!
Proviamoci tutti! Ne può uscire, ne sono convinto, un mondo più bello e sereno!
martedì 12 aprile 2011
... riflessioni da luoghi lontani
Ciao a tutti.
Mi è arrivato un lunghissimo commento sul blog. E' di un amico che viene da molto lontano. E' un "pezzo di vita", è comprensione e incomprensione, stima e amarezza, un mix di sentimenti opposti, ma sempre "gestiti" in maniera critica e positiva. Mi sembra giusto dargli lo spazio che merita perchè sicuramente può essere spunto di riflessione per tutti noi.
Carissimo Luca, intanto complimenti per il tuo Blog, è un tentativo di dialogo interessante. Il tuo tentativo dimostra intelligenza e sensibilità, ed io ritengo questa un occasione d'oro per potere comunicare con te.
Mi chiamo Giovanni, ho 30 anni, viaggio molto, ma vivo a Ragusa, in Sicilia.
Mi dispiace molto che la gente (dovremmo definire meglio il concetto di “gente”, ma lo farò in seguito) vi definisce “sbirri di merda”.
Deve essere davvero frustrante rischiare, come racconti tu, la vita tutti i giorni, e poi sapere che alcune persone parlano male di voi.
Tuttavia devo dire che sebbene tutte le mie esperienze con le forze dell'ordine siano state negative, ci siano anche persone che scelgono il percorso della “divisa” spinte e motivate da solidi ideali.
Attenzione, non TUTTE le mie esperienze sono state negative, ho quattro amici nei carabinieri, un cugino finanziere, un amico pompiere (anche se non sono proprio “forze dell'ordine”) un paio di amici “poliziotti di quartiere” e un caro amico nell'aeronautica militare. Ah, dimenticavo che il mio bisnonno era carabiniere e che un altro caro amico è pure ispettore di polizia.
Ciononostante, quando qualche uomo in divisa e col cappellino mi incontra per strada, si manifestano subito delle strane situazioni...
Forse perché non temo l'autorità, e credo che se hai un cappellino non sei diverso da me. Forse perché ho molte conoscenze in divisa e quindi guardo per capire se riconosco qualcuno... forse perché sto a testa alta, faccio quello che mi pare e quindi non dimostro la riverenza o la sottomissione che gli uomini in divisa vorrebbero si dimostrasse loro...
Proprio l'altro giorno, credo fosse martedì, mi trovavo in un autogrill a Catania. Ero davanti al bagno, aspettando la mia ragazza che uscisse. Tenevo in mano un cornetto algida, e nell'altra mano avevo un succo di frutta e tenevo il guinzaglio del cagnolino della mia ragazza.
Un carabiniere mi passa davanti, fischietta al cagnolino e lo guarda, io lo guardo pure, poi va in bagno. Qualcosa va storto perché dopo qualche minuto, mentre sto facendo una regolarissima manovra per fare benzina, il tipo di prima mi si avvicina, mi grida contro parole sconnesse, poi mi intima di rimettere la macchina in posizione corretta, altrimenti mi ritira la patente e mi “lascia a piedi”. Lo guardo, mi guardo in torno, rimetto la macchina in “posizione corretta”, causando tra l'altro un casino, poi lo guardo e scendo dalla macchina per cercare un chiarimento.
Proprio nell'istante in cui mi vede arrivare si guarda in torno, fa finta di non capire, poi si gira e mi da le spalle. Io lo chiamo gentilmente e gli dico: “Scusi, non è per volere fare polemica, ma data la sua reazione, volevo sapere se c'è un nuovo articolo del codice della strada, oppure avrei dovuto capire da solo che non potevo fare quella manovra”
Il carabiniere si trova in difficoltà. Sono più basso di lui, ma lo guardo con una tranquillità che forse lo spaventa. Comincia a balbettare e fa ancora “l'arrabbiato”. Mi mostra un cartello di divieto, ed io gli faccio notare che quel divieto si trova nell'interstizio con l'autostrada e che è messo lì perché qualche idiota non prenda l'autostrada contro mano. Il benzinaio mi da ragione, suscitando l'ilarità generale. Gli faccio notare che a terra, ci sono disegnate delle frecce che indicano chiaramente che è possibile fare quelle manovre e che per come è situato il parcheggio, se io uscivo da lì avrei dovuto necessariamente fare quella manovra. Il carabiniere non sa più cosa dirmi. Sbatte gli occhietti, inghiotte, balbetta. Alla fine prorompe pomposamente “L'ho fatto per lei! Se avesse avuto un incidente non l'avrebbero pagata!”. Gli faccio notare (guarda tu il destino!) che proprio qualche settimana fa in un autogrill un tizio usciva di retromarcia e mi prende in pieno proprio mentre io faccio manovra all'interno di un autogrill e l'assicurazione mi ha risarcito pienamente.
Alla fine gli dico: “senta, non è che se lei si sente frustrato dal suo lavoro se la deve prendere con me... credo che si sia rivolto a me col tono sbagliato, senza alcun motivo, e che avesse solo bisogno di sfogarsi, poi non si lamenti se la gente vi guarda con sospetto e prende le distanze da voi. Arrivederci”.
Il carabiniere, grande, grosso, più alto di me, abbassa il capo, guarda per terra, e non ha nemmeno il coraggio di guardarmi. Si è sentito rimproverato forse, ha le orecchie tutte rosse. A qualche metro di distanza ci sono delle giovani leve. Guardano la scena in silenzio.
Comunque, preso un po' dalla compassione gli do una pacca sulla spalla e gli dico, “non è successo niente”, alla prossima. E me ne vado.
È così che ho fatto amicizia con la gente in divisa. Però non capisco alcune cose sinceramente.
C'è un concetto di fondo che non funziona.
Ti racconto un'altra esperienza.
Qui avevo torto marcio, ma i due poliziotti della stradale che mi hanno fermato, secondo il mio modesto parere hanno un po' esagerato.
Allora, torno da Marina di Ragusa, con un amico. Abbiamo bevuto due birre.
Mi fanno l'alcol test e trovano nel mio alito (tra l'altro ora si sa che quei test non sono attendibili) un valore di alcol superiore a quello consentito.
“Che sfortuna, se l'avessimo fermata la settimana scorsa non le avremmo nemmeno fatto la multa, ma il tasso minimo è cambiato proprio in questi giorni, quindi siamo “COSTRETTI” a ritirarle la patente.”
Bene... comincia un dialogo abbastanza sereno, in cui spiego loro che potrebbero chiudere un occhio, che posso fermarmi pure lì, e fare guidare il mio amico (fanno l'alcol test anche a lui e lo trovano apposto... questione di un decimo...)
Loro mi dicono che sono stato sfortunato...
“Noi ne dobbiamo prendere uno a sera, e stavolta ci è capitato lei, è una questione statistica!”
“E poi se la lasciassimo andare adesso, e poi lei ha un incidente, noi finiremmo ne guai”.
“Ma non c'è nulla che certifica che voi mi avete fermato, proprio qualche giorno fa due amici poliziotti che avevano finito il turno, sono passati a prendersi due birre dove lavora mio fratello, e per scherzare, hanno chiesto a dei ragazzi che erano lì se volevano provare la macchinetta dell'alcol test. Anche i poliziotti erano fuori limite massimo, hanno stampato tanti “scontrini”, poi hanno aperto la macchinetta, hanno tolto le matrici, e se ne sono andati a casa.” Ribatto io.
E loro di nuovo con la storia che lo fanno per me, che io ora sono arrabbiato e che li ringrazierò un giorno. Questa sinceramente mi sembra la scusa per togliersi dagli impicci. Avrei potuto dire loro “Sono amico di...” e mi avrebbero lasciato andare (ne ho avuto la conferma qualche giorno dopo, quando uno dei due si è scusato con me) ma mi faceva veramente schifo la situazione.
Ma il caso, il destino, o chissà chi, intervengono ancora: passa di lì un ragazzino completamente ubriaco con un centoventicinque. Cade a terra a 10 metri da noi, la moto gli cade addosso. Si alza per pisciare, non si accorge nemmeno che c'è una volante ferma.
Poi la moto cade ancora. Si gira e la prende a calci. Poi cade di nuovo a terra. Io ed il mio amico ci guardiamo in faccia. Corriamo subito dal ragazzo per dargli una mano. Quello ci vede, vede pure la volante, e scappa via sulla moto, correndo a zig zag e facendo un gran rumore.
Io guardo i poliziotti e dico loro: “Avete il vostro uomo, avete la possibilità di fermare uno davvero ubriaco, che può fare male a sé stesso e a qualcun altro. In oltre dite che ne dovete fermare uno a sera, eccolo lì, non andrà lontano in questo stato. Io vi aspetto qui, tenetevi i miei documenti, e se quando avrete finito con lui quella macchinetta continuerà a dire che sono “ubriaco”, mi toglierete la patente.”
Uno dei due mi guarda e mi dice: “Noi non ne vogliamo rogne, metta una firma qui che invece ce ne andiamo tutti a casa, e si faccia venire a prendere da qualcuno altrimenti devo chiamare il carro attrezzi”
“Beh, il mio amico ha un tasso alcolico nella norma, non può guidare lui?”
“Ah, già” risponde uno dei due.
Ce ne andiamo e per sei mesi resto senza macchina, deluso da sistema, e deluso dalle autorità.
Capisci caro Luca?
Questa non è elasticità. Questa è un'applicazione rigida e con i paraocchi della legge. Per di più fu un'applicazione imparziale perché se proprio dovevano togliermi la patente la dovevano togliere anche al ragazzo con la moto.
Te ne racconto un'altra.
La settimana scorsa a Catania in via Rapisardi, cercavo un numero di porta. Da premettere che a Catania si guida come dei pazzi, non so se lo sai. Comunque, le macchine procedono in doppia fila, sebbene ci sia la doppia carreggiata per gli autobus.
Io sto sul mio lato, anche se ci sono macchine posteggiate pure in doppia fila e ogni tanto tutti ci spostiamo a sinistra per potere passare. D'un tratto una signora si mette a suonare dietro di me. La guardo dal retrovisore e le faccio un cenno con la mano, per dirle che non posso andare da nessuna parte, davanti a me ci sono macchine, a destra ci sono quelle parcheggiate e a sinistra... a sinistra c'è una macchina della polizia che si muove in doppia fila. Abbassano il finestrino, e un poliziotto barbuto mi urla contro “Ma che cazzo fai!, libera la carreggiata!”
E io gli dico: “ah, io?! voi siete sulla carreggiata dell'autobus! e per di più se dovreste essere in quella carreggiata dovreste andare nel senso opposto, siete contro mano!”
Quello mi guarda con gli occhi di fuori, battendo le mani sullo sportello e mi dice “Ma che cazzo dici!?” poi si mette ad urlare altre cose insulse, ed io salgo il finestrino e lo ignoro.
Nel frattempo un autista di autobus, di quelli belli tosti, catanesi, arriva a tutta velocità.
Siccome a Catania gli spazi sono troppo stretti, e gli autobus non hanno dei freni collaudati, il povero autista si mette a suonare come un pazzo.
Il poliziotto che guida allora tenta una manovra di fortuna. Per salvare capre e cavoli e si tira sopra una macchina posteggiata dove dentro c'erano due bambini.
Io voglio fermarmi. Penso tra me e me. Ora scendo e glielo dico “Ve la siete cercata...”
ma la mia ragazza mi guarda (mi conosce) e mi dice “senti, andiamocene!”
La adoro, è più saggia di me forse.
Ma me ne sono capitate tantissime di queste situazioni.
Qualche volta ho fatto la prova di dimostrarmi sottomesso.
Allora lì, soddisfacendo il loro bisogno di sentirsi autoritari, mi lasciavano andare.
Un'altra situazione assurda a Catania.
Abitavo proprio nella strada che segna il confine fra il centro “Vivibile” ed il quartiere di “San Cristoforo”, uno dei quartieri più malfamati di Catania.
Non so se ci siano ancora, ma in quel periodo giravano un agente e due leve dell'esercito, a fare dei controlli. A Catania si limitavano a passeggiare per la Via etnea, guardare i culi delle ragazze, e possibilmente cercare di attraccare. Vergognoso.
Vergognoso anche il giorno in cui ero seduto al duomo, verso le nove di sera, e un agente e due militari mi chiedono i documenti. Mi tengono a parlare per mezz'ora, vogliono sapere che faccio, dove abito, cercano di incutermi timore con domande a trabocchetto, ma io li guardo serenamente. Più sono sereno e più si innervosiscono. Poi devono lasciarmi andare, perché come al solito, non ho nulla né da nascondere né da temere. Io dico loro: “perché ve ne state qui? perché non fate cento metri in quella direzione? Lì ci stanno prostitute, ci stanno ragazzini di nove anni che girano a tutta velocità su delle motorette a benzina microscopiche, e più il là in quella direzione ci stanno dei tunisini che ogni giorno che torno a casa mi rompono le palle dicendomi “Vuoi fumo cumpà?”
L'agente voltandosi farfuglia... “è territorio off limits”
Poi vado a casa, i tre sono ancora lì, fermi che mi guardano.
Attraverso il “territorio off limits” e vengo aggredito da due ragazzini che cercano di scipparmi il marsupio. Sul momento grido aiuto.
Poi vedo che i tre in divisa guardano la scena e si girano dall'altra parte.
Allora me la sbrigo da solo.
Scaravento un ragazzino per terra, e l'altro lo sbatto su di un palo.
Poi quando mi giro a guardare i tre in divisa se ne sono andati.
Decido di correre verso casa. Il quartiere è brutto, si sono fatte quasi le dieci meno un quarto, è una questione di sopravvivenza.
Con i miei amici poliziotti ci parlo spesso. A volte dico loro: “Quando vi hanno preso vi hanno fatto un test per verificare se eravate idonei oppure no. Riflettete su quel test. Avevate grandi ideali, avevate voglia di potere esercitare l'autorità. Non siete persone dedite all'arte, al pensiero creativo, non avete un'intelligenza brillante... altrimenti avreste fatto gli ingegneri o gli scienziati, o i filosofi! siete fatti per sottostare ad una gerarchia. Avete tutte le caratteristiche per essere “indottrinati” proprio per il modo in cui credete che potete rendere il mondo migliore.”
Loro mi rispondono che non è vero... a volte si offendono, a volte rimane in loro un dubbio e diventano riflessivi. Non è bello sentirsi dire queste cose, ma le dico loro perché li stimo, perché sono miei amici.
Però resta il fatto che alla fine di ogni discorso, dico spesso una serie di frasi: (magari non sempre con le stesse parole...)
... dove ci hai scovato caro Giovanni?
Mi è arrivato un lunghissimo commento sul blog. E' di un amico che viene da molto lontano. E' un "pezzo di vita", è comprensione e incomprensione, stima e amarezza, un mix di sentimenti opposti, ma sempre "gestiti" in maniera critica e positiva. Mi sembra giusto dargli lo spazio che merita perchè sicuramente può essere spunto di riflessione per tutti noi.
Carissimo Luca, intanto complimenti per il tuo Blog, è un tentativo di dialogo interessante. Il tuo tentativo dimostra intelligenza e sensibilità, ed io ritengo questa un occasione d'oro per potere comunicare con te.
Mi chiamo Giovanni, ho 30 anni, viaggio molto, ma vivo a Ragusa, in Sicilia.
Mi dispiace molto che la gente (dovremmo definire meglio il concetto di “gente”, ma lo farò in seguito) vi definisce “sbirri di merda”.
Deve essere davvero frustrante rischiare, come racconti tu, la vita tutti i giorni, e poi sapere che alcune persone parlano male di voi.
Tuttavia devo dire che sebbene tutte le mie esperienze con le forze dell'ordine siano state negative, ci siano anche persone che scelgono il percorso della “divisa” spinte e motivate da solidi ideali.
Attenzione, non TUTTE le mie esperienze sono state negative, ho quattro amici nei carabinieri, un cugino finanziere, un amico pompiere (anche se non sono proprio “forze dell'ordine”) un paio di amici “poliziotti di quartiere” e un caro amico nell'aeronautica militare. Ah, dimenticavo che il mio bisnonno era carabiniere e che un altro caro amico è pure ispettore di polizia.
Ciononostante, quando qualche uomo in divisa e col cappellino mi incontra per strada, si manifestano subito delle strane situazioni...
Forse perché non temo l'autorità, e credo che se hai un cappellino non sei diverso da me. Forse perché ho molte conoscenze in divisa e quindi guardo per capire se riconosco qualcuno... forse perché sto a testa alta, faccio quello che mi pare e quindi non dimostro la riverenza o la sottomissione che gli uomini in divisa vorrebbero si dimostrasse loro...
Proprio l'altro giorno, credo fosse martedì, mi trovavo in un autogrill a Catania. Ero davanti al bagno, aspettando la mia ragazza che uscisse. Tenevo in mano un cornetto algida, e nell'altra mano avevo un succo di frutta e tenevo il guinzaglio del cagnolino della mia ragazza.
Un carabiniere mi passa davanti, fischietta al cagnolino e lo guarda, io lo guardo pure, poi va in bagno. Qualcosa va storto perché dopo qualche minuto, mentre sto facendo una regolarissima manovra per fare benzina, il tipo di prima mi si avvicina, mi grida contro parole sconnesse, poi mi intima di rimettere la macchina in posizione corretta, altrimenti mi ritira la patente e mi “lascia a piedi”. Lo guardo, mi guardo in torno, rimetto la macchina in “posizione corretta”, causando tra l'altro un casino, poi lo guardo e scendo dalla macchina per cercare un chiarimento.
Proprio nell'istante in cui mi vede arrivare si guarda in torno, fa finta di non capire, poi si gira e mi da le spalle. Io lo chiamo gentilmente e gli dico: “Scusi, non è per volere fare polemica, ma data la sua reazione, volevo sapere se c'è un nuovo articolo del codice della strada, oppure avrei dovuto capire da solo che non potevo fare quella manovra”
Il carabiniere si trova in difficoltà. Sono più basso di lui, ma lo guardo con una tranquillità che forse lo spaventa. Comincia a balbettare e fa ancora “l'arrabbiato”. Mi mostra un cartello di divieto, ed io gli faccio notare che quel divieto si trova nell'interstizio con l'autostrada e che è messo lì perché qualche idiota non prenda l'autostrada contro mano. Il benzinaio mi da ragione, suscitando l'ilarità generale. Gli faccio notare che a terra, ci sono disegnate delle frecce che indicano chiaramente che è possibile fare quelle manovre e che per come è situato il parcheggio, se io uscivo da lì avrei dovuto necessariamente fare quella manovra. Il carabiniere non sa più cosa dirmi. Sbatte gli occhietti, inghiotte, balbetta. Alla fine prorompe pomposamente “L'ho fatto per lei! Se avesse avuto un incidente non l'avrebbero pagata!”. Gli faccio notare (guarda tu il destino!) che proprio qualche settimana fa in un autogrill un tizio usciva di retromarcia e mi prende in pieno proprio mentre io faccio manovra all'interno di un autogrill e l'assicurazione mi ha risarcito pienamente.
Alla fine gli dico: “senta, non è che se lei si sente frustrato dal suo lavoro se la deve prendere con me... credo che si sia rivolto a me col tono sbagliato, senza alcun motivo, e che avesse solo bisogno di sfogarsi, poi non si lamenti se la gente vi guarda con sospetto e prende le distanze da voi. Arrivederci”.
Il carabiniere, grande, grosso, più alto di me, abbassa il capo, guarda per terra, e non ha nemmeno il coraggio di guardarmi. Si è sentito rimproverato forse, ha le orecchie tutte rosse. A qualche metro di distanza ci sono delle giovani leve. Guardano la scena in silenzio.
Comunque, preso un po' dalla compassione gli do una pacca sulla spalla e gli dico, “non è successo niente”, alla prossima. E me ne vado.
È così che ho fatto amicizia con la gente in divisa. Però non capisco alcune cose sinceramente.
C'è un concetto di fondo che non funziona.
Ti racconto un'altra esperienza.
Qui avevo torto marcio, ma i due poliziotti della stradale che mi hanno fermato, secondo il mio modesto parere hanno un po' esagerato.
Allora, torno da Marina di Ragusa, con un amico. Abbiamo bevuto due birre.
Mi fanno l'alcol test e trovano nel mio alito (tra l'altro ora si sa che quei test non sono attendibili) un valore di alcol superiore a quello consentito.
“Che sfortuna, se l'avessimo fermata la settimana scorsa non le avremmo nemmeno fatto la multa, ma il tasso minimo è cambiato proprio in questi giorni, quindi siamo “COSTRETTI” a ritirarle la patente.”
Bene... comincia un dialogo abbastanza sereno, in cui spiego loro che potrebbero chiudere un occhio, che posso fermarmi pure lì, e fare guidare il mio amico (fanno l'alcol test anche a lui e lo trovano apposto... questione di un decimo...)
Loro mi dicono che sono stato sfortunato...
“Noi ne dobbiamo prendere uno a sera, e stavolta ci è capitato lei, è una questione statistica!”
“E poi se la lasciassimo andare adesso, e poi lei ha un incidente, noi finiremmo ne guai”.
“Ma non c'è nulla che certifica che voi mi avete fermato, proprio qualche giorno fa due amici poliziotti che avevano finito il turno, sono passati a prendersi due birre dove lavora mio fratello, e per scherzare, hanno chiesto a dei ragazzi che erano lì se volevano provare la macchinetta dell'alcol test. Anche i poliziotti erano fuori limite massimo, hanno stampato tanti “scontrini”, poi hanno aperto la macchinetta, hanno tolto le matrici, e se ne sono andati a casa.” Ribatto io.
E loro di nuovo con la storia che lo fanno per me, che io ora sono arrabbiato e che li ringrazierò un giorno. Questa sinceramente mi sembra la scusa per togliersi dagli impicci. Avrei potuto dire loro “Sono amico di...” e mi avrebbero lasciato andare (ne ho avuto la conferma qualche giorno dopo, quando uno dei due si è scusato con me) ma mi faceva veramente schifo la situazione.
Ma il caso, il destino, o chissà chi, intervengono ancora: passa di lì un ragazzino completamente ubriaco con un centoventicinque. Cade a terra a 10 metri da noi, la moto gli cade addosso. Si alza per pisciare, non si accorge nemmeno che c'è una volante ferma.
Poi la moto cade ancora. Si gira e la prende a calci. Poi cade di nuovo a terra. Io ed il mio amico ci guardiamo in faccia. Corriamo subito dal ragazzo per dargli una mano. Quello ci vede, vede pure la volante, e scappa via sulla moto, correndo a zig zag e facendo un gran rumore.
Io guardo i poliziotti e dico loro: “Avete il vostro uomo, avete la possibilità di fermare uno davvero ubriaco, che può fare male a sé stesso e a qualcun altro. In oltre dite che ne dovete fermare uno a sera, eccolo lì, non andrà lontano in questo stato. Io vi aspetto qui, tenetevi i miei documenti, e se quando avrete finito con lui quella macchinetta continuerà a dire che sono “ubriaco”, mi toglierete la patente.”
Uno dei due mi guarda e mi dice: “Noi non ne vogliamo rogne, metta una firma qui che invece ce ne andiamo tutti a casa, e si faccia venire a prendere da qualcuno altrimenti devo chiamare il carro attrezzi”
“Beh, il mio amico ha un tasso alcolico nella norma, non può guidare lui?”
“Ah, già” risponde uno dei due.
Ce ne andiamo e per sei mesi resto senza macchina, deluso da sistema, e deluso dalle autorità.
Capisci caro Luca?
Questa non è elasticità. Questa è un'applicazione rigida e con i paraocchi della legge. Per di più fu un'applicazione imparziale perché se proprio dovevano togliermi la patente la dovevano togliere anche al ragazzo con la moto.
Te ne racconto un'altra.
La settimana scorsa a Catania in via Rapisardi, cercavo un numero di porta. Da premettere che a Catania si guida come dei pazzi, non so se lo sai. Comunque, le macchine procedono in doppia fila, sebbene ci sia la doppia carreggiata per gli autobus.
Io sto sul mio lato, anche se ci sono macchine posteggiate pure in doppia fila e ogni tanto tutti ci spostiamo a sinistra per potere passare. D'un tratto una signora si mette a suonare dietro di me. La guardo dal retrovisore e le faccio un cenno con la mano, per dirle che non posso andare da nessuna parte, davanti a me ci sono macchine, a destra ci sono quelle parcheggiate e a sinistra... a sinistra c'è una macchina della polizia che si muove in doppia fila. Abbassano il finestrino, e un poliziotto barbuto mi urla contro “Ma che cazzo fai!, libera la carreggiata!”
E io gli dico: “ah, io?! voi siete sulla carreggiata dell'autobus! e per di più se dovreste essere in quella carreggiata dovreste andare nel senso opposto, siete contro mano!”
Quello mi guarda con gli occhi di fuori, battendo le mani sullo sportello e mi dice “Ma che cazzo dici!?” poi si mette ad urlare altre cose insulse, ed io salgo il finestrino e lo ignoro.
Nel frattempo un autista di autobus, di quelli belli tosti, catanesi, arriva a tutta velocità.
Siccome a Catania gli spazi sono troppo stretti, e gli autobus non hanno dei freni collaudati, il povero autista si mette a suonare come un pazzo.
Il poliziotto che guida allora tenta una manovra di fortuna. Per salvare capre e cavoli e si tira sopra una macchina posteggiata dove dentro c'erano due bambini.
Io voglio fermarmi. Penso tra me e me. Ora scendo e glielo dico “Ve la siete cercata...”
ma la mia ragazza mi guarda (mi conosce) e mi dice “senti, andiamocene!”
La adoro, è più saggia di me forse.
Ma me ne sono capitate tantissime di queste situazioni.
Qualche volta ho fatto la prova di dimostrarmi sottomesso.
Allora lì, soddisfacendo il loro bisogno di sentirsi autoritari, mi lasciavano andare.
Un'altra situazione assurda a Catania.
Abitavo proprio nella strada che segna il confine fra il centro “Vivibile” ed il quartiere di “San Cristoforo”, uno dei quartieri più malfamati di Catania.
Non so se ci siano ancora, ma in quel periodo giravano un agente e due leve dell'esercito, a fare dei controlli. A Catania si limitavano a passeggiare per la Via etnea, guardare i culi delle ragazze, e possibilmente cercare di attraccare. Vergognoso.
Vergognoso anche il giorno in cui ero seduto al duomo, verso le nove di sera, e un agente e due militari mi chiedono i documenti. Mi tengono a parlare per mezz'ora, vogliono sapere che faccio, dove abito, cercano di incutermi timore con domande a trabocchetto, ma io li guardo serenamente. Più sono sereno e più si innervosiscono. Poi devono lasciarmi andare, perché come al solito, non ho nulla né da nascondere né da temere. Io dico loro: “perché ve ne state qui? perché non fate cento metri in quella direzione? Lì ci stanno prostitute, ci stanno ragazzini di nove anni che girano a tutta velocità su delle motorette a benzina microscopiche, e più il là in quella direzione ci stanno dei tunisini che ogni giorno che torno a casa mi rompono le palle dicendomi “Vuoi fumo cumpà?”
L'agente voltandosi farfuglia... “è territorio off limits”
Poi vado a casa, i tre sono ancora lì, fermi che mi guardano.
Attraverso il “territorio off limits” e vengo aggredito da due ragazzini che cercano di scipparmi il marsupio. Sul momento grido aiuto.
Poi vedo che i tre in divisa guardano la scena e si girano dall'altra parte.
Allora me la sbrigo da solo.
Scaravento un ragazzino per terra, e l'altro lo sbatto su di un palo.
Poi quando mi giro a guardare i tre in divisa se ne sono andati.
Decido di correre verso casa. Il quartiere è brutto, si sono fatte quasi le dieci meno un quarto, è una questione di sopravvivenza.
Con i miei amici poliziotti ci parlo spesso. A volte dico loro: “Quando vi hanno preso vi hanno fatto un test per verificare se eravate idonei oppure no. Riflettete su quel test. Avevate grandi ideali, avevate voglia di potere esercitare l'autorità. Non siete persone dedite all'arte, al pensiero creativo, non avete un'intelligenza brillante... altrimenti avreste fatto gli ingegneri o gli scienziati, o i filosofi! siete fatti per sottostare ad una gerarchia. Avete tutte le caratteristiche per essere “indottrinati” proprio per il modo in cui credete che potete rendere il mondo migliore.”
Loro mi rispondono che non è vero... a volte si offendono, a volte rimane in loro un dubbio e diventano riflessivi. Non è bello sentirsi dire queste cose, ma le dico loro perché li stimo, perché sono miei amici.
Però resta il fatto che alla fine di ogni discorso, dico spesso una serie di frasi: (magari non sempre con le stesse parole...)
- Se vuoi migliorare il mondo DEVI avere senso critico, assumerti la responsabilità delle tue scelte e sopratutto non PUOI obbedire a nessuno, devi ESSERE LIBERO!
- Non renderai la vita migliore a qualcuno abusando della tua autorità
- Sii sincero con te stesso e almeno ammetti che hai desiderato la divisa ed il cappellino non perché credi di essere Madre Teresa di Calcutta ma perché hai BISOGNO di sentirti AUTORITARIO. Quindi interrogati sul perché senti questo bisogno
- Se credi di essere Madre Teresa di Calcutta vai da uno psicologo, oppure fatti frate o monaca
- Se volei davvero aiutare il mondo la scelta di sottostare alla rigida gerarchia di un sistema militare è stata la scelta peggiore.
- L'arma difende i potenti e non i deboli. Se fosse il contrario i politici italiani sarebbero tutti morti
- L'esercito ha i suoi interessi, economici, politici, strategici, non farebbe mai una guerra se non ne traesse un vantaggio. Ricordati che sei in un “esercito”
- E qui mi riallaccio anche al tuo discorso su Nassiriyya.
- Mi spiace davvero molto che dei ragazzi siano morti.
- Ma muore tanta gente tutti i giorni. Hanno scelto loro quella strada.
- Forse volevano cambiare il mondo. Ma era il modo sbagliato. Non erano degli eroi, anche se ai Mass Media ed al Potere fa comodo che noi crediamo che sia così. E anche alle madri ed ai padri, e ai parenti... Se il presidente della Repubblica dice che erano degli eroi, le loro morti trovano un senso. Non tutte le madri però trovano un senso alla morte dei loro figli. Se ne trovassero uno, anche se fosse la cosa più assurda, si aggrapperebbero a quella cosa, perché la morte di un figlio è SEMPRE inaccettabile.
... dove ci hai scovato caro Giovanni?
sabato 9 aprile 2011
... dalla teoria alla pratica!
Pubblico, con il contributo prezioso di www.cremaonline.it il resoconto di una giornata di intensi controlli sul territorio di Crema da Parte della Polizia.
Come dire: tutto quello che avete visto in Commissariato ... ora lo potete vedere in azione sul territorio in una grande operazione di controllo e prevenzione.
Polizia di Stato, controlli da cielo e terra.
Grande dispiegamento di forze per monitorare il territorio.
Operazione disposta dal Questore Bufano e coordinata dai dirigenti cremaschi.
di Riccardo Cremonesi
Crema. Giornata di controlli quella di ieri per gli uomini della Polizia di Stato. L'operazione è iniziata intorno a mezzogiorno ed è proseguita sino a tarda sera. Per l'occasione è stato fatto arrivare dal Nucleo Elicotteri dell'aeroporto di Malpensa un bimotore Agusta AB-212 che ha sorvolato la città per circa un'ora. Cinque pattuglie e quattro motociclette si sono posizionate nei punti nevralgici di Crema dando vita ad una serie di posti di controllo. Controllo dai cieli L'operazione è stata disposta dal Questore Antonio Bufano, mentre il coordinamento degli uomini e dei mezzi ha fatto capo al vicequestore Daniel Segre ed al comandante della polizia stradale Mario Crotti. Oltre alle principali arterie stradali sono stati eseguiti controlli anche lungo le rive del fiume Serio, spesso teatro degli interventi d'emergenza. La cerchia muraria Le forze di polizia hanno così avuto modo di operare da terra e dal cielo sull'intero territorio, raccogliendo dati e informazioni ritenute molto utili. Le operazioni sono proseguite sino a tarda sera, quando gli agenti di polizia hanno ultimato i controlli all'interno della cerchia muraria, attraversando la città e verificando che tutto fosse tranquillo, compresi i luoghi di ritrovo abituali e le aree sensibili, tra i quali la zona della stazione ferroviaria, piazzale Rimembranze e l'area dei giardini di Porta Serio. Guarda il video realizzato per l'occasione e pubblicato su youtube: |
venerdì 8 aprile 2011
A casa di amici ...
Ciao a tutti
Ho avuto notizia della vostra visita (ben 3 ore!) al Commissariato / Stradale di Crema.
In attesa dei vostri commenti vi pubblico le foto che sono state fatte in quell'occasione.
Anche in questo caso è meglio lasciare a voi ragazzi la penna per descrivere cosa avete vissuto.
Matteo Stombelli, 2°A geo
Ho avuto notizia della vostra visita (ben 3 ore!) al Commissariato / Stradale di Crema.
In attesa dei vostri commenti vi pubblico le foto che sono state fatte in quell'occasione.
Anche in questo caso è meglio lasciare a voi ragazzi la penna per descrivere cosa avete vissuto.
L'incontro del 6 Aprile con le forze dell'ordine si è svolto presso la caserma di polizia. Giunti alla caserma siamo accolti da tre poliziotti che, prima di tutto, si sono presentati e poi ci hanno mostrato i mezzi che utilizzavano per muoversi in città, le macchine, le moto, e le biciclette che usano per spostarsi nei parchi o nelle zone affollate , spiegandoci nel dettaglio tutte le loro caratteristiche. Dopo aver risposto ad alcune domande ci hanno condotto all'interno della caserma mostrandoci alcune celle e spiegandoci il loro utilizzo nella struttura. Poi siamo stati accompagnati dai loro colleghi della scientifica che ci hanno illustrato il materiale utilizzato durante un'indagine. Per completare il giro siamo stati accompagnati dal Vice Questore che ci ha chiesto un parere sulla visita.
Infine abbiamo visitato il "reparto" anti-droga e il personale ci ha illustrato come si svolge il loro lavoro e come affrontano determinate situazioni. Questa esperienza è stata molto interessante e mi piacerebbe ritornarci per approfondire alcuni argomenti. Matteo Stombelli, 2°A geo
Salve sono Alfredo. Martedì 5 Aprile quattro studenti delle classi partecipanti al progetto hanno visitato la caserma della polizia di Crema. Ci sono stati mostrati i mezzi che utilizzano e successivamente gli uffici e gli equipaggiamenti. Ciò che mi ha colpito di più è stato il fatto che tutti gli agenti, e soprattutto il Vice Questore, sono stati molto disponibili, e in un certo senso anche "felici" che qualcuno si fosse interessato a come lavorano. Non mi aspettavo questa accoglienza; infatti credevo che tutti noi fossimo d'intralcio per il loro lavoro, e invece ci hanno fatto visitare con molta calma e serenità il luogo dove lavorano la maggior parte del loro tempo. Questo altro incontro, quindi, ci ha fatto capire ancora di più come è la vita da poliziotto.
Salve sono Roberto della 2E rag. Volevo dire che sono rimasto entusiasta della visita che vi abbiamo fatto; siete stati molto cordiali e avete risposto a tutte le nostre curiosità (anche se non mi avete fatto vedere l'armeria).
Ciao Luca
L’altro giorno posso dire che mi sono sentita veramente dentro la vita dei poliziotti. Ci hanno accolto nella loro caserma con la più grande accoglienza possibile, ascoltandoci e incoraggiandoci a porre loro delle domande, mostrandosi più disponibili in assoluto e non facendo sentire la nostra presenza come un peso, ma come un’opportunità per loro.
Sono salita sulla loro macchina! In quel momento (come per voi la divisa) sedermi al posto del conducente sul loro mezzo mi ha riempita come di.. potere! Anche fare il test dell’alcool è stato interessante, non ne avevo mai fatto uno prima d’ora!
Le celle dove tengono i detenuti per un giorno mi hanno colpita molto, come la scritta sul muro: “razzisti” che il questore ci ha spiegato incisa da un extracomunitario, che pensava lo avessero arrestato per il suo colore della pelle.
Ma la cosa che ho trovato più interessante è stata la visita alla polizia scientifica, dove io e alcuni miei compagni di scuola abbiamo fatto la scannerizzazione delle nostre impronte digitali!
Anche il colloquio con i componenti del reparto anti droga è stato piacevole, ci hanno spiegato cosa fanno e le loro tecniche, come le telecamere nascoste in peluche o scatole.
Sono rimasta molto sorpresa dal comportamento perfetto delle forze dell’ordine, veramente non me l’aspettavo!
Complimenti!
Amanda.
L’altro giorno posso dire che mi sono sentita veramente dentro la vita dei poliziotti. Ci hanno accolto nella loro caserma con la più grande accoglienza possibile, ascoltandoci e incoraggiandoci a porre loro delle domande, mostrandosi più disponibili in assoluto e non facendo sentire la nostra presenza come un peso, ma come un’opportunità per loro.
Sono salita sulla loro macchina! In quel momento (come per voi la divisa) sedermi al posto del conducente sul loro mezzo mi ha riempita come di.. potere! Anche fare il test dell’alcool è stato interessante, non ne avevo mai fatto uno prima d’ora!
Le celle dove tengono i detenuti per un giorno mi hanno colpita molto, come la scritta sul muro: “razzisti” che il questore ci ha spiegato incisa da un extracomunitario, che pensava lo avessero arrestato per il suo colore della pelle.
Ma la cosa che ho trovato più interessante è stata la visita alla polizia scientifica, dove io e alcuni miei compagni di scuola abbiamo fatto la scannerizzazione delle nostre impronte digitali!
Anche il colloquio con i componenti del reparto anti droga è stato piacevole, ci hanno spiegato cosa fanno e le loro tecniche, come le telecamere nascoste in peluche o scatole.
Sono rimasta molto sorpresa dal comportamento perfetto delle forze dell’ordine, veramente non me l’aspettavo!
Complimenti!
Amanda.
martedì 29 marzo 2011
... un mondo senza maschere!
Ciao a tutti
Ho ricevuto una riflessione di Angelica che mi ha colpito molto.
Se la metto nei commenti di un post rischio di farla "perdere" nelle sottopagine del blog.
Ho pensato quindi di dedicarle un post tutto suo, in prima pagina, anche per provocare tutti noi a dare una risposta.
Non lo faccio perchè sembra che vada a "lodare" la Polizia. Lo faccio perchè ha avuto il coraggio di "guardarsi dentro", di guardare in faccia la realtà di oggi e di dirlo a tutti. Penso non sia facile mettere nome e cognome davanti ad una riflessione che esce dai canoni del pensare comune. E' proprio per questo che merita una "vetrina" sulla via principale. Tutti la devono vedere e tutti dovrebbero provare a fermarsi e a domandarsi se questo vestito che ci dipinge addosso Angelica ci piace o ci va stretto!
Grazie Angelica ... a te la parola!
Ho ricevuto una riflessione di Angelica che mi ha colpito molto.
Se la metto nei commenti di un post rischio di farla "perdere" nelle sottopagine del blog.
Ho pensato quindi di dedicarle un post tutto suo, in prima pagina, anche per provocare tutti noi a dare una risposta.
Non lo faccio perchè sembra che vada a "lodare" la Polizia. Lo faccio perchè ha avuto il coraggio di "guardarsi dentro", di guardare in faccia la realtà di oggi e di dirlo a tutti. Penso non sia facile mettere nome e cognome davanti ad una riflessione che esce dai canoni del pensare comune. E' proprio per questo che merita una "vetrina" sulla via principale. Tutti la devono vedere e tutti dovrebbero provare a fermarsi e a domandarsi se questo vestito che ci dipinge addosso Angelica ci piace o ci va stretto!
Grazie Angelica ... a te la parola!
Ciao sono Angelica C. (2B PERITI)
Io sono molto patriottica, amo la mia Nazione da quando son piccola. Io ho festeggiato il 150esimo dell’Unità d'Italia col grande onore di avere una Nazione Unita che collabora. L’Italia è fatta da Nord e Sud, non solo da Nord, e ora i nostri coetanei che acclamano solamente il Nord son davvero pochi, perché ora la maggior parte dei giovani sono seriamente bruciati solo per una stupida moda. Non scherzo! Ora per moda i giovani ascoltano solo canzoni di rap che inneggiano alla droga, perdendo il vero senso della parola musica, e forse ho capito perché ora tutti i giovani dicono e urlano “SBIRRO DI MERDA!”. Avranno qualcosa da nascondere?! Credo proprio di si! Non sarà mica la droga per moda?! Credo proprio di sì! E ovviamente, siccome il poliziotto è conosciuto come “l’uomo cattivo che odia i ragazzi, che picchia gli spacciatori”, i giovani devono insultarlo! Ma non si è ancora capito che le Forze dell’Ordine sono qui per aiutare tutti noi?! Non si è ancora capito?! Cerchiamo di capirlo! Poi un’altra cosa molto frequente che sta accadendo è la voglia di scendere in piazza per urlare, lanciare bottiglie e picchiare la Polizia tanto per sport! Così dopo con i propri amici si fa i fighi per essersi trovati in mezzo ad una rissa con la polizia! Bravi ignoranti, che dopo ovviamente si lamentano con la propria famiglia perché son finiti in Questura! Durante l’incontro di mercoledì con la Polizia è stata posta una domanda che sapevo e davo per scontato che l’avrebbero fatta, ovvero: “Le persone di religione rasta vengono arrestate nonostante vengano trovate con 1 kg di erba?”. La classica domanda di questa gioventù, perché camminando per la strade di Crema e dintorni si sente molto spesso ragazzi dire molto apertamente per farsi vedere superiori che vogliono diventare di questa religione, così poi la Polizia e la forze armate non possono arrestarlo. Ma vi sembra una cosa normale?! A me personalmente no, perché la legge è uguale per tutti, e nonostante noi siamo uno stato Laico tutte le persone di qualsiasi Religione devono assolutamente rispettarla, a maggior ragione gli Italiani! Per la questione riguardante le persone che dicono di non sentirsi più tanto italiani, perché non andate nei Paesi dove pensate di stare meglio?! Alla fine quando passa il tempo della JAMAICA tornereste tutti qua a dire di essere fieri dell’Italia, su questo non dubito!
Ricevo da Annamaria un commento che è troppo lungo per finire nei commenti e quindi lo pubblico direttamente sul post ... anche perchè la riflessione merita una visibilità migliore.
Ciao Angelica, sono Annamaria
per quanto riguarda il discorso sull'Italia ho già espresso le mie opinioni sul post "Auguri Italia" che sono completamente diverse dalle tue, soprattutto per quanto riguarda la tua affermazione "L’Italia è fatta da Nord e Sud, non solo da Nord, e ora i nostri coetanei che acclamano solamente il Nord son davvero pochi, perché ora la maggior parte dei giovani sono seriamente bruciati solo per una stupida moda. "Quando tu parli di moda parli unicamente di moda verso la droga, invece una moda secondo me più diffusa è quella dell'insultare le persone diverse da noi. Ciò non significa discriminare unicamente le persone che provengono dal Sud d'Italia, ma le persone che hanno usi e costumi differenti!
Sul fatto della musica concordo che si ascoltino generi musicali solo per moda, ma è così per tutto, io, personalmente non bado più di tanto alla moda, ma direi che è piuttosto inevitabile farsi trascinare, anche solo in parte, siamo liberi, ma nonostante tutto abbiamo delle barriere che non riusciamo a superare. Ti faccio un esempio banalissimo, ma spero che ti possa dare un' idea di ciò che intendo, tu hai la libertà di poter scegliere determinate marche di dentrifricio, dall' az alla colgate, ma puoi scegliere solo fra quelle, che sono state messe in commercio precedentemente da altre persone, che già indirettamente hanno fatto una scelta al posto tuo! In qualsiasi caso (mi dispiace, ma mi sono un po’ persa mentre scrivevo) non condivido il concetto di "droga per moda", è indubbiamente vero che una persona possa provare qualche tiro di canna perché spinto da un amico, ma la decisione di continuare spetta a lui, e io credo che sulla "moralità" di una persona, ovvero su cosa sia giusto o sbagliato per questa non ci sia moda che tenga, in quanto siamo tutti dotati di un cervello e tutti in grado di poter giudicare cosa sia meglio per se stessi!
Per quanto riguarda, invece, le forze dell'ordine ho già espresso delle mie perplessità sul post "sbirri di merda" e prima di poter darne un giudizio definitivo preferirei aspettare di andare in questura, ho giudicato già troppe volte, senza conoscere effettivamente la verità.
-Durante l’incontro di mercoledì con la Polizia è stata posta una domanda che sapevo e davo per scontato che l’avrebbero fatta, ovvero: “Le persone di religione rasta vengono arrestate nonostante vengano trovate con 1 kg di erba?”- La domanda è stata posta da me, non chiedevo se era possibile per le persone rastafariane andare in giro con un 1kg d' erba, ma con 5g, che era ciò che avevo sentito. Giusto per dissuaderti dal tuo pensiero la religione rasta non mi piace, e non mi convertirei mai a questa solo per poter essere in possesso di grandi quantità di droga, primo per il fatto che non credo in alcun Dio e secondo perchè i veri "baba" sono convinti che fumando si possa entrare in contatto con il loro Dio e mi sembrerebbe una mancanza di rispetto. Oltre a questo mi trovo ancora in opposizione con te : "La legge è uguale per tutti, e nonostante noi siamo uno stato Laico tutte le persone di qualsiasi Religione devono assolutamente rispettarla, a maggior ragione gli Italiani!" Sul fatto che la legge sia uguale per tutti in teoria è giustissimo, in pratica no, ma questo è un altro discorso, come tu stessa dici, l'Italia è un paese laico, nel quale, però c'è la libertà di poter professare la propria religione, il modo di congiungersi con Dio per i cattolici è andare a pregare in Chiesa, per i rastafariani fumare, e come i cattolici è possibile costruire ed avere a disposizione Chiese, per i rastafariani ci sono regole meno rigide per quanto riguarda l' utilizzo della droga. Tra l'altro in Italia fare uso personale di droghe leggere non è considerato un reato penale, reato è lo spaccio di droga! -Rischia da 6 a 20 anni di reclusione chiunque «coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa, consegna» sostanze stupefacenti. Le stesse pene sono previste anche per chi acquista o detiene droga in quantità superiore ai limiti massimi, che saranno indicati dall'attesissimo decreto dei ministeri della Salute e della Giustizia a cui sta lavorando la commissione di esperti appena nominata. Il giudice potrà, comunque, fare riferimento anche a una serie di indizi per individuare l'ipotesi più grave dello spaccio: dalle «modalità di presentazione» al «peso lordo complessivo» fino al «confezionamento frazionato»
- Ed, infine, il discorso riguardante chi non si sente italiano, io, personalmente non ho mai detto di non sentirmi italiana, ma di esserlo perchè nata in Italia, ho avanzato una critica su quelle che rendono, a parer mio l' Italia un paese di cui non esser fiera, so benissimo anche io che rispetto ad altri paesi, quale ad esempio la Jamaica, è più sviluppata, ma non è certamente un motivo di cui andar fiera, dal mio punto di vista preferirei più trasparenza, meno corruzione, favoritismi (ecc..) e un digitale terrestre di meno!
-Poi un’altra cosa molto frequente che sta accadendo è la voglia di scendere in piazza per urlare, lanciare bottiglie e picchiare la Polizia tanto per sport! Così dopo con i propri amici si fa i fighi per essersi trovati in mezzo ad una rissa con la polizia!- Scendere in piazza ad "urlare" come lo definisci tu, è una delle cose più giuste che si possano fare, manifestare i propri pensieri, riunirsi per combattere in ciò che si crede, ma come ogni cosa, battersi per i propri ideali comporta, quasi inevitabilmente scontri sia con le parole che con il proprio corpo! Ma questi scontri non sono programmati, quando io vado a manifestare per ciò che è giusto dal mio punto di vista, non ci vado in previsione di un bello scontro con la polizia! Ci vado per dare il mio contributo, per far sentire ANCHE la mia voce, per far valere quei NOSTRI diritti che troppo spesso vengono calpestati! Ho partecipato a qualche manifestazione, anche a Milano e non ci sono stati scontri, nonostante una moltitudine di persone! E grazie a manifestazioni passate, a lotte da parte della popolazione si sono riusciti ad ottenere quei diritti che oggi noi diamo come "acquisiti"!
Anche questo commento è troppo lungo e lo pubblico direttamente nel post.
Che dire ... è bello vedere che, se si vuole, i problemi possono essere "guardati anche in profondità" ... e l'immagine che ne risulta cambia e non di poco!
Ciao Angelica
siamo Amanda e Ilaria, della 2A PERITI.
Non siamo assolutamente d'accordo con te, noi non siamo per niente patriottiche e non amiamo il nostro paese. Tu lo descrivi come un'Italia unita, priva di discriminazioni. Bhe, a noi sembra che tutta questa unione e collborazione tra Nord e Sud sia solo un'apparenza che nasconde disagi, differenze e discriminazione per i diversi.
Ancora oggi ci capita di sentire persone della nostra età che appellano coetanei provenienti dal Sud come "Terroni" e discriminano i cittadini italiani provenienti da altri paesi come "negri!", come se fossero spaventati dal diverso e preferiscono il pregiudizio che la conoscenza.
Noi abbiamo partecipato a varie manifestazioni e siamo fiere di averne preso parte, consapevoli di non averlo fatto per moda ma per il nostro diritto di parlare, di alzare la voce, di esprimere la propria opinione in un paese che non ci ascolta nemmeno un po'.
La droga può essere una moda come qualsiasi cosa, ma non crediamo che una persona (a meno che sia molto stupida) si rovini la vita per apparire più figo agli occhi dei suoi amici, generalmente i giovani fumano, bevono, si drogano ecc. perché gli piace, per scappare almeno per una sera da una situazione difficile, anche se la mattina dopo non hanno risolto niente. Sinceramente preferiamo chi si droga per i suoi motivi che i nostri coetanei il cui obiettivo di vita è andare in discoteca il sabato sera e fare gara con i suoi amici a chi si fa più ragazze.
Non amare l'Italia poi non significa voler andare per forza in Jamaica, molte persone sognano di cambiare paese per trovare nuovi ambienti, nuove persone, meno pregiudizi, e ti sei mai chiesta perché il nostro stato è pieno di persone che non vedono l'ora di andarsene? La politica è un disastro, piena di corruzione, mafia, falsità, ipocrisia! Ti senti fiera di essere rappresentata da persone ignoranti, incivili, che in parlamento mentre si discute del processo breve si tirano oggetti addosso e si appellano in modo offensivo? Sotto un certo punto di vista la politica italiana è lo specchio della nostra società. E a questo punto siamo fiere di dire di vergognarci di appartenere a questo paese.
Ricevo da Annamaria un commento che è troppo lungo per finire nei commenti e quindi lo pubblico direttamente sul post ... anche perchè la riflessione merita una visibilità migliore.
Ciao Angelica, sono Annamaria
per quanto riguarda il discorso sull'Italia ho già espresso le mie opinioni sul post "Auguri Italia" che sono completamente diverse dalle tue, soprattutto per quanto riguarda la tua affermazione "L’Italia è fatta da Nord e Sud, non solo da Nord, e ora i nostri coetanei che acclamano solamente il Nord son davvero pochi, perché ora la maggior parte dei giovani sono seriamente bruciati solo per una stupida moda. "Quando tu parli di moda parli unicamente di moda verso la droga, invece una moda secondo me più diffusa è quella dell'insultare le persone diverse da noi. Ciò non significa discriminare unicamente le persone che provengono dal Sud d'Italia, ma le persone che hanno usi e costumi differenti!
Sul fatto della musica concordo che si ascoltino generi musicali solo per moda, ma è così per tutto, io, personalmente non bado più di tanto alla moda, ma direi che è piuttosto inevitabile farsi trascinare, anche solo in parte, siamo liberi, ma nonostante tutto abbiamo delle barriere che non riusciamo a superare. Ti faccio un esempio banalissimo, ma spero che ti possa dare un' idea di ciò che intendo, tu hai la libertà di poter scegliere determinate marche di dentrifricio, dall' az alla colgate, ma puoi scegliere solo fra quelle, che sono state messe in commercio precedentemente da altre persone, che già indirettamente hanno fatto una scelta al posto tuo! In qualsiasi caso (mi dispiace, ma mi sono un po’ persa mentre scrivevo) non condivido il concetto di "droga per moda", è indubbiamente vero che una persona possa provare qualche tiro di canna perché spinto da un amico, ma la decisione di continuare spetta a lui, e io credo che sulla "moralità" di una persona, ovvero su cosa sia giusto o sbagliato per questa non ci sia moda che tenga, in quanto siamo tutti dotati di un cervello e tutti in grado di poter giudicare cosa sia meglio per se stessi!
Per quanto riguarda, invece, le forze dell'ordine ho già espresso delle mie perplessità sul post "sbirri di merda" e prima di poter darne un giudizio definitivo preferirei aspettare di andare in questura, ho giudicato già troppe volte, senza conoscere effettivamente la verità.
-Durante l’incontro di mercoledì con la Polizia è stata posta una domanda che sapevo e davo per scontato che l’avrebbero fatta, ovvero: “Le persone di religione rasta vengono arrestate nonostante vengano trovate con 1 kg di erba?”- La domanda è stata posta da me, non chiedevo se era possibile per le persone rastafariane andare in giro con un 1kg d' erba, ma con 5g, che era ciò che avevo sentito. Giusto per dissuaderti dal tuo pensiero la religione rasta non mi piace, e non mi convertirei mai a questa solo per poter essere in possesso di grandi quantità di droga, primo per il fatto che non credo in alcun Dio e secondo perchè i veri "baba" sono convinti che fumando si possa entrare in contatto con il loro Dio e mi sembrerebbe una mancanza di rispetto. Oltre a questo mi trovo ancora in opposizione con te : "La legge è uguale per tutti, e nonostante noi siamo uno stato Laico tutte le persone di qualsiasi Religione devono assolutamente rispettarla, a maggior ragione gli Italiani!" Sul fatto che la legge sia uguale per tutti in teoria è giustissimo, in pratica no, ma questo è un altro discorso, come tu stessa dici, l'Italia è un paese laico, nel quale, però c'è la libertà di poter professare la propria religione, il modo di congiungersi con Dio per i cattolici è andare a pregare in Chiesa, per i rastafariani fumare, e come i cattolici è possibile costruire ed avere a disposizione Chiese, per i rastafariani ci sono regole meno rigide per quanto riguarda l' utilizzo della droga. Tra l'altro in Italia fare uso personale di droghe leggere non è considerato un reato penale, reato è lo spaccio di droga! -Rischia da 6 a 20 anni di reclusione chiunque «coltiva, produce, fabbrica, estrae, raffina, vende, offre, cede, distribuisce, commercia, trasporta, procura ad altri, invia, passa, consegna» sostanze stupefacenti. Le stesse pene sono previste anche per chi acquista o detiene droga in quantità superiore ai limiti massimi, che saranno indicati dall'attesissimo decreto dei ministeri della Salute e della Giustizia a cui sta lavorando la commissione di esperti appena nominata. Il giudice potrà, comunque, fare riferimento anche a una serie di indizi per individuare l'ipotesi più grave dello spaccio: dalle «modalità di presentazione» al «peso lordo complessivo» fino al «confezionamento frazionato»
- Ed, infine, il discorso riguardante chi non si sente italiano, io, personalmente non ho mai detto di non sentirmi italiana, ma di esserlo perchè nata in Italia, ho avanzato una critica su quelle che rendono, a parer mio l' Italia un paese di cui non esser fiera, so benissimo anche io che rispetto ad altri paesi, quale ad esempio la Jamaica, è più sviluppata, ma non è certamente un motivo di cui andar fiera, dal mio punto di vista preferirei più trasparenza, meno corruzione, favoritismi (ecc..) e un digitale terrestre di meno!
-Poi un’altra cosa molto frequente che sta accadendo è la voglia di scendere in piazza per urlare, lanciare bottiglie e picchiare la Polizia tanto per sport! Così dopo con i propri amici si fa i fighi per essersi trovati in mezzo ad una rissa con la polizia!- Scendere in piazza ad "urlare" come lo definisci tu, è una delle cose più giuste che si possano fare, manifestare i propri pensieri, riunirsi per combattere in ciò che si crede, ma come ogni cosa, battersi per i propri ideali comporta, quasi inevitabilmente scontri sia con le parole che con il proprio corpo! Ma questi scontri non sono programmati, quando io vado a manifestare per ciò che è giusto dal mio punto di vista, non ci vado in previsione di un bello scontro con la polizia! Ci vado per dare il mio contributo, per far sentire ANCHE la mia voce, per far valere quei NOSTRI diritti che troppo spesso vengono calpestati! Ho partecipato a qualche manifestazione, anche a Milano e non ci sono stati scontri, nonostante una moltitudine di persone! E grazie a manifestazioni passate, a lotte da parte della popolazione si sono riusciti ad ottenere quei diritti che oggi noi diamo come "acquisiti"!
Anche questo commento è troppo lungo e lo pubblico direttamente nel post.
Che dire ... è bello vedere che, se si vuole, i problemi possono essere "guardati anche in profondità" ... e l'immagine che ne risulta cambia e non di poco!
Ciao Angelica
siamo Amanda e Ilaria, della 2A PERITI.
Non siamo assolutamente d'accordo con te, noi non siamo per niente patriottiche e non amiamo il nostro paese. Tu lo descrivi come un'Italia unita, priva di discriminazioni. Bhe, a noi sembra che tutta questa unione e collborazione tra Nord e Sud sia solo un'apparenza che nasconde disagi, differenze e discriminazione per i diversi.
Ancora oggi ci capita di sentire persone della nostra età che appellano coetanei provenienti dal Sud come "Terroni" e discriminano i cittadini italiani provenienti da altri paesi come "negri!", come se fossero spaventati dal diverso e preferiscono il pregiudizio che la conoscenza.
Noi abbiamo partecipato a varie manifestazioni e siamo fiere di averne preso parte, consapevoli di non averlo fatto per moda ma per il nostro diritto di parlare, di alzare la voce, di esprimere la propria opinione in un paese che non ci ascolta nemmeno un po'.
La droga può essere una moda come qualsiasi cosa, ma non crediamo che una persona (a meno che sia molto stupida) si rovini la vita per apparire più figo agli occhi dei suoi amici, generalmente i giovani fumano, bevono, si drogano ecc. perché gli piace, per scappare almeno per una sera da una situazione difficile, anche se la mattina dopo non hanno risolto niente. Sinceramente preferiamo chi si droga per i suoi motivi che i nostri coetanei il cui obiettivo di vita è andare in discoteca il sabato sera e fare gara con i suoi amici a chi si fa più ragazze.
Non amare l'Italia poi non significa voler andare per forza in Jamaica, molte persone sognano di cambiare paese per trovare nuovi ambienti, nuove persone, meno pregiudizi, e ti sei mai chiesta perché il nostro stato è pieno di persone che non vedono l'ora di andarsene? La politica è un disastro, piena di corruzione, mafia, falsità, ipocrisia! Ti senti fiera di essere rappresentata da persone ignoranti, incivili, che in parlamento mentre si discute del processo breve si tirano oggetti addosso e si appellano in modo offensivo? Sotto un certo punto di vista la politica italiana è lo specchio della nostra società. E a questo punto siamo fiere di dire di vergognarci di appartenere a questo paese.
domenica 27 marzo 2011
... quando non tutti comprendono
Ciao a tutti
rileggendo i post e i commenti del mio blog ho percepito sentimenti diversi, spesso combattuti: compensione, incomprensione, ansia e paura, rabbia, rispetto, pregiudizi ...
Penso sia una cosa più che naturale non riuscire a comprendere quando non vivi in prima persona l'orgoglio e il peso di una divisa. E' sicuramente bello però sentire il vostro cuore palpitare, anche quando il messaggio è di rabbia o negativo: è sintomo di persone che vogliono capire. E questo è importantissimo soprattutto oggi dove i giovani vengono spesso accusati di "subire" qualsiasi cosa senza mai avere un atteggiamento critico.
Un anonimo mi ha inviato un link di una canzone di Giorgio Lo Cascio, un cantautore degli anni 70 scomparso giovane nel 2001. Il contesto in cui è scritto il brano è sicuramente molto diverso da quello odierno. Erano gli anni 70, anni di protesta, di forte reazione contro lo Stato. Erano i terribili anni delle Brigate Rosse.
Anche oggi questo testo può essere la voce di chi non capisce, di chi prova un senso di "paura" e non di "sicurezza" quando vede una divisa.
Il nostro anonimo invita tutti "quelli in divisa" a dire la loro, e anche io accolgo volentieri questo invito e spero che qualcuno abbia il coraggio di ascoltare e commentare.
rileggendo i post e i commenti del mio blog ho percepito sentimenti diversi, spesso combattuti: compensione, incomprensione, ansia e paura, rabbia, rispetto, pregiudizi ...
Penso sia una cosa più che naturale non riuscire a comprendere quando non vivi in prima persona l'orgoglio e il peso di una divisa. E' sicuramente bello però sentire il vostro cuore palpitare, anche quando il messaggio è di rabbia o negativo: è sintomo di persone che vogliono capire. E questo è importantissimo soprattutto oggi dove i giovani vengono spesso accusati di "subire" qualsiasi cosa senza mai avere un atteggiamento critico.
Un anonimo mi ha inviato un link di una canzone di Giorgio Lo Cascio, un cantautore degli anni 70 scomparso giovane nel 2001. Il contesto in cui è scritto il brano è sicuramente molto diverso da quello odierno. Erano gli anni 70, anni di protesta, di forte reazione contro lo Stato. Erano i terribili anni delle Brigate Rosse.
Anche oggi questo testo può essere la voce di chi non capisce, di chi prova un senso di "paura" e non di "sicurezza" quando vede una divisa.
Il nostro anonimo invita tutti "quelli in divisa" a dire la loro, e anche io accolgo volentieri questo invito e spero che qualcuno abbia il coraggio di ascoltare e commentare.
Fiori chiari fiori scuri
E'aspro il profumo dei vostri fiori bianchi (2 volte) quando sbocciano per strada non è un regalo gradito tanto è aspro il profumo dei vostri fiori bianchi. Non ispira fiducia il modo in cui andate vestiti (2 volte) quando passeggiate per strada non è gradito incontrarvi perchè non ispira fiducia il modo in cui andate vestiti. Nero è il colore che lascia la vostra carezza (2 volte) quei vostri movimenti scomposti sono strani come esempi di affetto e poi è nero il colore che lascia la vostra carezza. E' umida e sporca e buia questa vostra casa (2 volte) quando vi si viene a trovare non è una bella sorpresa tanto è umida e sporca e buia questa vostra casa. Rosso è il colore dei nostri fuochi fatui (2 volte) attenzione se la fiamma muore presto non è così per il calore che la produce tanto è rosso il colore dei nostri fuochi fatui.
sabato 19 marzo 2011
... Amici in visita
Ciao ragazzi
ho ricevuto i primi commenti sulla visita che avete avuto da parte del Vice Questore della Polizia di Crema e di alcuni suoi collaboratori. Appena avete altri lavori mandatemeli che li aggiungo a questo post.
Non aggiungo altro: questo post è la vostra voce e come tale lo propongo a tutti.
Ciao Luca, sono Amanda, una studentessa della 2° A Periti.
Mercoledì scorso a scuola abbiamo ricevuto una piacevole visita dalle 9 alle 11 da parte del Vice Questore del commissariato della polizia del comune di Crema, accompagnato da altri due poliziotti.
Ci ha prima fatto vedere le immagini shock dell’effetto della droga sintetica nel corso degli anni svolta in America, e poi ci ha parlato a lungo della sua professione.
Si è dimostrato da subito disponibile a rispondere alle nostre domande e a sfatare il mito dello “Sbirro di merda”, ci ha spiegato la sua lunga esperienza parlando in modo quasi amichevole nei nostri confronti e non annoiandoci mai.
L’ho trovato una persona piena di umanità ed entusiasmo nel parlare di ciò che ogni poliziotto deve affrontare ogni giorno e posso dire che le sue parole mi hanno molto colpita. Sapere che ha “sacrificato” due ore della sua mattinata (che immagino piena di impegni) per dedicarla a noi sia stato un gesto molto altruista e inaspettato dalle forze dell’ordine,
Ho capito che il vostro è un duro lavoro, che quando vi vedo girare per le strade non siete lì per darci fastidio, ma per proteggerci, per preservarci dal pericolo, che, sì, la divisa dona a chi la indossa autorità, ma anche una grande responsabilità, che c’è una persona dietro di essa, che merita rispetto e stima come qualsiasi altro.
Ringrazio quindi l’ispettore per avermi fatto cambiare idea e per avermi fatto entrare un po’ nel vostro mondo.
Amanda
Ciao Luca sono Stefano un ragazzo della 2b geometri,oggi in classe abbiamo parlato e riflettuto dell'incontro avuto mercoledi scorso con il questore della polizia di crema;abbiamo citato gli argomenti discussi e ne abbiamo tratto dei piccoli,ma interessanti testi...ecco il primo,gli autori sono:
Victor e Gianluca.
Il titolo:IL POLIZIOTTO PERFETTO?
Tutti pensano che il poliziotto perfetto sia quello che svolge l'indagine perfetta,ma in realtà è colui che riesce a fare talmente bene il suo lavoro da non doverlo fare.
Il poliziotto perfetto è colui che spinto dalla propria passione,rifiuta offerte più invitanti e più redditizie.
Se veramente c'è la passione,arriva anche a lavorare per uno straccio di stipendio o addirittura gratuitamente in tempi massacranti che non finiscono mai.
Parole di un poliziotto con 23 anni di servizio alle spalle:"La più grande ricompensa che si può ricevere nel nostro lavoro è un semplice GRAZIE ed è anche ciò che dà la forza di continuare".
Qualche volta un poliziotto deve pensare ad un lungo lavoro di studio e di preparazione:
concorsi selettivi e addestramento fisico e psichico.
Psichico perchè in questo lavoro bisogna saper dominare le proprie emozioni e saper trattare con le persone.
Fisico perchè la psicologia non sempre funziona e sfortuna vuole che si arrivi alla violenza.
Questa è l'immagine dataci dall'ispettore Segre e grazie alle sue parole abbiamo capito qual è il vero lavoro di un poliziotto.
Questo è il contributo della 2 A Geometri
ho ricevuto i primi commenti sulla visita che avete avuto da parte del Vice Questore della Polizia di Crema e di alcuni suoi collaboratori. Appena avete altri lavori mandatemeli che li aggiungo a questo post.
Non aggiungo altro: questo post è la vostra voce e come tale lo propongo a tutti.
Ciao Luca, sono Amanda, una studentessa della 2° A Periti.
Mercoledì scorso a scuola abbiamo ricevuto una piacevole visita dalle 9 alle 11 da parte del Vice Questore del commissariato della polizia del comune di Crema, accompagnato da altri due poliziotti.
Ci ha prima fatto vedere le immagini shock dell’effetto della droga sintetica nel corso degli anni svolta in America, e poi ci ha parlato a lungo della sua professione.
Si è dimostrato da subito disponibile a rispondere alle nostre domande e a sfatare il mito dello “Sbirro di merda”, ci ha spiegato la sua lunga esperienza parlando in modo quasi amichevole nei nostri confronti e non annoiandoci mai.
L’ho trovato una persona piena di umanità ed entusiasmo nel parlare di ciò che ogni poliziotto deve affrontare ogni giorno e posso dire che le sue parole mi hanno molto colpita. Sapere che ha “sacrificato” due ore della sua mattinata (che immagino piena di impegni) per dedicarla a noi sia stato un gesto molto altruista e inaspettato dalle forze dell’ordine,
Ho capito che il vostro è un duro lavoro, che quando vi vedo girare per le strade non siete lì per darci fastidio, ma per proteggerci, per preservarci dal pericolo, che, sì, la divisa dona a chi la indossa autorità, ma anche una grande responsabilità, che c’è una persona dietro di essa, che merita rispetto e stima come qualsiasi altro.
Ringrazio quindi l’ispettore per avermi fatto cambiare idea e per avermi fatto entrare un po’ nel vostro mondo.
Amanda
Ciao Luca sono Stefano un ragazzo della 2b geometri,oggi in classe abbiamo parlato e riflettuto dell'incontro avuto mercoledi scorso con il questore della polizia di crema;abbiamo citato gli argomenti discussi e ne abbiamo tratto dei piccoli,ma interessanti testi...ecco il primo,gli autori sono:
Victor e Gianluca.
Il titolo:IL POLIZIOTTO PERFETTO?
Tutti pensano che il poliziotto perfetto sia quello che svolge l'indagine perfetta,ma in realtà è colui che riesce a fare talmente bene il suo lavoro da non doverlo fare.
Il poliziotto perfetto è colui che spinto dalla propria passione,rifiuta offerte più invitanti e più redditizie.
Se veramente c'è la passione,arriva anche a lavorare per uno straccio di stipendio o addirittura gratuitamente in tempi massacranti che non finiscono mai.
Parole di un poliziotto con 23 anni di servizio alle spalle:"La più grande ricompensa che si può ricevere nel nostro lavoro è un semplice GRAZIE ed è anche ciò che dà la forza di continuare".
Qualche volta un poliziotto deve pensare ad un lungo lavoro di studio e di preparazione:
concorsi selettivi e addestramento fisico e psichico.
Psichico perchè in questo lavoro bisogna saper dominare le proprie emozioni e saper trattare con le persone.
Fisico perchè la psicologia non sempre funziona e sfortuna vuole che si arrivi alla violenza.
Questa è l'immagine dataci dall'ispettore Segre e grazie alle sue parole abbiamo capito qual è il vero lavoro di un poliziotto.
Questo è il contributo della 2 A Geometri
Mercoledì 16 marzo la nostra classe ha partecipato ad un incontro, insieme ad altre classi dell' istituto Pacioli, con il vice-questore della Polizia di Crema.
L' incontro è durato due ore durante le quali si è discusso delle diverse situazioni quotidianamente vissute anche da noi ragazzi.
Il vice-questore ci ha spiegato come affrontano ogni giornata sottolineando che il loro è un lavoro prevalentemente di prevenzione. I poliziotti ritengono che la giornata perfetta sia paradossalmente quella di riuscire a fare il loro lavoro talmente bene da non dover lavorare.
Ci ha parlato anche dei pregiudizi che i ragazzi hanno verso i poliziotti e, più in generale, verso tutte le forze dell' ordine, ma innanzitutto bisogna capire che il poliziotto è una persona normale e non sempre è felice di arrestare o mettere multe e soprattutto di sentirsi vittime di pregiudizi quando sono loro stessi ad essere insultati.
Questo incontro è stato molto interessante e istruttivo perchè ci ha aiutato a capire che sotto quelle divise ci sono persone come tutti noi che cercano di proteggere la comunità!
giovedì 17 marzo 2011
AUGURI ITALIA!
Un giorno qualcuno ha detto: "Fatta l'Italia dobbiamo fare gli italiani"
Penso che sia una frase ancora oggi più che valida e profetica. Far battere i cuori all'unisono come diceva Gandhi è impresa epocale. E' il riunire tradizioni, usi e costumi molto diversi tra loro sotto un unico nome: ITALIA. Il fermarsi a ricordare un compleanno storico non è mai una perdita di tempo, soprattutto per i giovani che hanno sempre meno il senso e l'affetto per la storia. E' importante mantenere il senso del passato in chi troppo spesso vive solo l'oggi, senza nemmeno avere l'idea di un futuro. E' uno stile di vita molto pericoloso, a mio avviso. Il passato è un po' come le radici di una pianta secolare: se non sono lunghe e solide e non si inseriscono in profondità nel terreno ... la pianta, prima o poi, cade!
... quante ne hai viste mia cara Italia! Eppure sei ancora qui, spesso bistrattata e derisa, ma sempre pronta a rispondere all'appello, ogni giorno, dal Nord al Sud. Hai avuto i tuoi "eroi" e i tuoi "giullari", hai avuto chi ha dato il suo sangue per servirti e chi ha sparso sangue innocente ... bene e male, amore e odio, passione e indifferenza ...
Con questo video penso si possano ripercorere questi 150 anni con orgolio e con emozione!
... senza dimenticarci mai l'inno ufficiale in versione completa
Ancora AGURI cara Italia
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