mercoledì 2 marzo 2011

Mi sento un supereroe!

Ciao ragazzi.
Oggi giornata mitica: PROVA DIVISA!

Tutti in fila (quelle non mancano mai) dal sarto con una divisa che ha bisogno di un po' di interventi di restyling: pantaloni lunghi e quasi a zampa di elefante e maniche della giacca troppo lunghe. Radio scuola, questa fantomatica radio autogestita che sa sempre tutto di tutti, dice che quando uscirai dalla sartoria sembrerai un manichino da sfilata. Ed è proprio così!
Due spilli a destra, tre a sinistra, un po' di tagli, cuciture ... e in un attimo sei davanti allo specchio con la tua divisa fiammante, quella che hai sognato per tanti anni da bambino!
Ragazzi è una cosa fantastica. Rivedo i film dell'uomo ragno che per la prima volta indossa la tutina da supereroe! Sono uguale (forse lui ha un filo di pancia in meno!). Un senso di onnipotenza ti entra dentro e ti lascia tutto un fremito indescrivibile.
Quando ti guardi allo specchio ti vedi già su una volante all'inseguimento del cattivo. Ti senti addosso lo sguardo degli altri (speri sempre che siano belle ragazze!) che pensano "bene" di te e ti stimano nella tua divisa nuova e tutta bella stirata ... Senti di avere "un'arma in più" (oltre la pistola ... ma quella per il momento non ci pensano nemmeno a farcela vedere, se non sui libri!), di non essere come gli altri, di essere una persona che conta, importante.
Quanto mi sto godendo il mio momento da supereroe!

... ma la divisa vorrà dire proprio questo? Cosa ne pensate?

3 commenti:

  1. Ciao Luca,
    ho letto con interesse il tuo post sul senso di "onnipotenza" della divisa. Penso che sia vero. E' una cosa che capita a tutti, prima o poi quando rivesti una posizione particolare. L'importante è poi rimettere le cose al posto giusto.

    Ho trovato questo brano del Giudice Rosario Livatino, conosciuto da tutti come "il giudice ragazzino", ucciso dalla stidda agrigentina nel 1990. Era un vero "UOMO DI STATO", credeva in tutto quello che faceva e aveva un altissimo senso del dovere. Senti cosa scrive nel suo elogio funebre per la mortge del giudice Elio Cucchiara:

    "Vi sono tante forme di affrontarlo il proprio difficile e a tratti terribile lavoro: v'è quella distaccata e fredda di chi vede nelle tavole processuali solo un informe mucchio di carte che bisogna semplicemente ordinare secondo certe regole e quella di chi scorge in esse invece i drammi umani che vi si celano e che è consapevole di quanto una decisione potrà lenirli od esasperarli; v'è quella di colui che chiudendo la porta del proprio ufficio alla fine della giornata di lavoro lascia dentro di esso tutti i problemi che nel suo corso vi ha incontrato e ritrova nel privato una parentesi di sollievo e quella di colui che invece si compenetra talmente in quei problemi, che li soffre fino al punto di farli propri e portarli con sè ovunque vada, macerandosi nel dubbi dell'errore ben oltre quel segno che il proprio stretto dovere imporrebbe".

    Sono tutti "uomini di stato", ma con un cuore profondamente diverso l'uno dall'altro. Anche i supereroi, quelli buoni, hanno un cuore che non si stacca mai dai problemi degli altri, anche quando tolgono il vestitino magico e indossano gli abiti dell'uomo qualunque.

    Per me la divisa dovrebbe essere vissuta come una seconda pelle. Come la nostra prima pelle ci rende unici, ci caratterizza davanti agli altri. Come la nostra prima pelle, quando si strappa, provoca dolore, quando si brucia fa male ... Così anche la divisa: ti rende un UOMO DIVERSO e per gli altri sei l'uomo di quella divisa.

    Non puoi usare la divisa per nascondere una doppia vita: sei sempre tu con un peso in più, quello della gente in difficoltà che in te vede una speranza!

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  2. Che dire? Il commento precedente vorrei averlo scritto io.

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  3. Salve prof. sono il papà di un suo studente.
    in questi giorni ho compiuto 35 anni di servizio nella gloriosa arma dei Carabinieri; ho combattuto contro le brigate rosse essendo stato un uomo del generale Carlo Alberto Della Chiesa, ho combattuto contro la mafia e la criminalità organizzata, come si dice in gergo militare, ho cucito gli alamari sulla pelle.
    indossare una divisa come quella dei Carabinieri, prima Arma dell'Esercito, la più decorata e nata prima dell'Unità d'Italia, per me è un grande onore e uno stimolo per continuare la mia attività.
    Ma le mie più grandi soddisfazioni, non sono state solo le mie medaglie ma sono quelle che nel quotidiano ricevo dalla gente, perchè è nelle piccole cose della vita che capisci il valore d'indossare questa o quella divisa.
    Il mio modo di pormi con la popolazione è quello di sentire, capire e profondere garanzia,sicurezza e giustizia; in modo particolare tra i ragazzi,(come i suoi studenti) che sono la parte più debole della società, adoperando sempre il buon senso, perchè difronte a te, che indossi una divisa, c'è sempre un altra persona. Ricordando che non è la divisa che fà l'uomo, ma è l'uomo che fa la divisa.
    Concludo dicendo che anche la Benemerita Arma dei Carabinieri ha la sua protettrice che è La Virgo Fidelis, la Madre di Gesù. Le auguro un buon lavoro perchè anche il suo è importante come il mio. Vittorio T.

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