mercoledì 20 aprile 2011

... in un mondo di intolleranti e allergici!

Caro allievo Luca Pacioli,


sono Giovanna, insegnante della 2b Geo.
Ti chiedo ospitalità per poter pubblicare il seguente testo su un tema apparentemente lontano dal nostro dibattito: la tolleranza. Ecco le motivazioni: Gli alunni della 2b geo “non si sopportano”: litigano, si prendono in giro, alcuni sono arrivati alle mani.
Il clima in classe è quindi un po’ difficile e il lavoro degli insegnanti non sempre è rasserenante.
Soprattutto non si riescono a costruire rapporti corretti e proficui e i ragazzi non riescono “a crescere”; mi sembrano sempre fermi ad un comportamento infantile e capriccioso. Ho iniziato quindi a farli riflettere sulla parola “tolleranza” - “sociale” – perché gli alunni conoscono solo in termine medico. Tra tanti testi generici e di poca voglia spicca quello di Antonio che, fa colto l’aspetto critico della parola, con uno stile immediato ed emotivo a scapito della correttezza formale . . . ma non ho voluto fare la solita insegnante con la biro rossa . . . ho lasciato che le parole di Antonio arrivino forti e chiare.


Ciao sono Antonio,


Con le persone che non conosco cerco di fare amicizia o le evito: la scelta dipende dal mio istinto. Il cibo a cui io sono intollerante, può essere paragonato a una persona che non conosco, perché tutte e due le scelgo dall’aspetto, ma non sono uguali perché se so che quel determinato alimento mi farà male, non so se anche quella persona si rivelerà cattiva. Certo che se non ti sbilanci non potrai mai saperlo, infatti molte volte si etichettano i cibi e le persone in modo sbagliato. Questo non dovrebbe succedere mai, ma alla fine è quello che capita sempre. È molto diverso, però, l’atteggiamento che ha una persona con il cibo, rispetto alla altre persone. Il cibo è etichettato, ci sono tutti gli ingredienti, lo conosci al 100% e quindi sta a te decidere se lo puoi mangiare o no. Con le persone è diverso, già vedere quelli che arriveranno con i gommoni, già capisci che sono persone cattive, e perché non si può pensare ad altro? Sarebbe troppo difficile darsi una spiegazione, invece è semplice vedere una persona nera, povera, diversa da te ed etichettarla in modo brutto; logico; è diverso da me!!! Ma poi perché si può dire questo? Non esiste l’uomo perfetto e quindi neanche gli uomini imperfetti. Io evito i cibi che mi fanno male, evito anche le persone che non conosco, anche se è ingiusto.



Ciao Giovanna, Antonio e ciao a tutti gli amici "tolleranti e intolleranti" (... non solo della 2b Geo!)


... sono Luca.

Ho imparato tanto da questi mesi insieme! Veramente tanto! E sapete quale è stata la "molla" che ha fatto scattare tutti i meccanismi del mio apprendimento? LA DIVERSITA'.
La diversità di vita, di idee, di lavoro, di concetto di bene e di male, il poter giudicare le persone, l'aver conosciuto persone diversissime in tutto. Mio padre dice sempre che il mondo è bello perchè è vario! Lo dice in dialetto riuscendo a trasmettere una profondità sicuramente diversa dall'italiano.
Le persone non sono come il cibo: non le puoi evitare perchè il mio IO si esprime nell'ALTRO. E' l'altro che ci rende veri. L'altro è il nostro metro di riferimento. L'altro ci fa capire quando sbagliamo e quando ci comportiamo bene. L'altro ci interroga e a volte ci mette in crisi. Non è solo complementarietà biologica (maschio e femmina). Io vedo l'altro come "possibilità".
Quando vedo un barcone, onestamente, io penso: "per quanto ancora una parte di mondo permetterà che esiste la povertà? Per quanto avremo ancora una parte di mondo da tenere affamata?"
Certo, i problemi del mondo non si risolvono con le frasi ad effetto ... ma se ogni cuore cominciasse a pensare all'altro come degno di attenzione e di rispetto ... tante cose cambierebbero!

A me non spaventa la differenza, anzi affascina moltissimo. Prova a pensare quante cose belle si scoprono negli altri, se li lasciamo parlare ed essere loro stessi! Prova a pensare alla ricchezza di miliardi di modi diversi di vedere il mondo. Se è NERO ... è solo perchè è nato in una zona del mondo dove il corpo ha aumentato la melanina per evitare che la pelle bruciasse con l'elevato calore del sole e non perchè è un oggetto inferiore. Se è un arabo e ha una cultura che non capiamo ... è perchè è nato in quel contesto sociale (penso che loro vedano tante delle nostre abitudini come "strane"!). Tutte le differenze somatiche hanno solo una spiegazione scientifica e non sono frutto di "colpe da purgare" o di inferiorità.

Guardiamo il video di Laura Pausini. Cerchiamo l'altro negli occhioni dei bimbi che scorrono sotto le parole fantastiche di quella canzone: non possiamo non lasciarci interrogare da questi occhi. Sono bimbi di tutte le nazioni, bimbi che le guerre dei grandi (ma siamo poi davvero così "grandi"?) hanno violato, bimbi a cui è stata rubata l'infanzia, il loro diritto di giocare, di crescere spensierati ... sono i bimbi che vediamo sui barconi della disperazione, sono i bimbi che troppe volte noi del primo mondo violentiamo nei nostri viaggi del turismo sessuale ... SONO GLI "ALTRI" che a volte non ci piacciono! MA SONO SEMPRE I NOSTRI "ALTRI". E nel fondo di quegli occhioni ci sono mille domande e mille speranze!

Nessuno è perfetto! E' vero. Penso però che sia proprio questa convinzione che deve farci riflettere molto. E' nella nostra imperfezione, nell'imperfezione collettiva, che possiamo trovare la chiave per una "perfezione a più mani" ... frutto della differenza che è un po' come i tasselli di un puzzle: se li combini per bene ... alla fine il quadro è sempre meraviglioso!
Attento Antonio: leggi bene le mie parole! Ho sempre usato la prima persona plurare: TUTTI NOI ... non solo TU o VOI!

Proviamoci tutti! Ne può uscire, ne sono convinto, un mondo più bello e sereno!

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